Fatti a motore

Mercato auto Italia, -8,8% di immatricolazioni a febbraio. Ma il Coronavirus non c’entra

I dati del Ministero dei Trasporti registrano il secondo calo da inizio anno, portando le perdite nel primo bimestre al 7,3%. Tuttavia i veri effetti sull'auto del contagio che sta mettendo in difficoltà l'economia italiana si sentiranno nei prossimi 3-4 mesi

Dopo il meno 5,9% di gennaio, anche a febbraio il mercato dell’auto in Italia fa registrare una battuta d’arresto: stavolta dell’8,8%, con 162.793 immatricolazioni contro le 178.493 del secondo mese del 2019. Il conto, dunque, è presto fatto: nel primo bimestre 2020 il calo è stato del 7,3%, per un totale di 318.545 vetture immatricolate.

Non è andata molto meglio al comparto dell’usato: a febbraio i trasferimenti di proprietà sono stati infatti 336.634, in flessione del 7,28% rispetto allo stesso mese del 2019, secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti.

Effetto contagio su clienti e concessionari? Non più di tanto per il presidente del Centro Studi PromotorGian Primo Quagliano, secondo il quale la diminuzione delle immatricolazioni “può essere attribuita solo in minima parte ad un primo effetto coronavirus perché le vetture immatricolate in genere vengono ordinate con forte anticipo. Un effetto coronavirus si è però avuto nelle zone rosse e ha riguardato sia l’affluenza di potenziali interessati nei saloni di vendita che la raccolta di ordini. Anche se in maniera meno accentuata, effetti analoghi si stanno verificando in tutto il Paese. Dall’inchiesta congiunturale condotta dal Centro Studi Promotor a livello nazionale a fine febbraio emerge infatti che ben il 79% dei concessionari dichiara un basso livello di affluenza nei saloni di vendita e una percentuale soltanto lievemente inferiore (75%) dichiara anche un basso livello di acquisizione di ordini“.

Insomma, il calo di affluenza negli showroom, e di conseguenza il calo degli ordini, si comincerà ad avvertire da marzo, e verrà registrato dai numeri di fine mese. E non solo. Perché sempre dall’inchiesta su citata risulta che il 60% degli operatori, che a gennaio si aspettava un mercato stabile o in crescita, ora ritiene che nei prossimi 3-4 mesi le vendite diminuiranno ancora. Il Coronavirus ne sarà il principale responsabile secondo il parere dei concessionari, seguito dalla degenerazione del quadro economico, dalla demonizzazione dell’auto e dalle politiche del Governo.