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Crypto AG, la Cia e una storia di spionaggio riciclata

Una storia non nuova agli addetti al settore, pronta però per essere rispolverata nella giusta circostanza. E’ notizia di qualche giorno che la Cia e la Germania per 50 anni hanno spiato diversi Paesi, inclusi Italia e Vaticano: tutti usavano i servizi della società svizzera Crypto Ag.

L’inchiesta partita dal Washington Post ha portato a individuare gli ex 007 che hanno coordinato il programma di spionaggio. Eppure facendo un po’ di dietrologia sull’argomento, già nel 1995, il giornalista allora al Baltimore Sun, Scott Shane, trovò indicazioni di contatti negli anni 70 tra Crypto AG e la National Security Agency, l’agenzia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Ma l’azienda svizzera smentì prontamente. Come se non bastasse, vent’anni dopo nel 2015, fu la BBC a rivelare la collaborazione tra la Crypto AG e la Nsa e i servizi di intelligence britannici durante la guerra fredda. Ma l’Nsa si rifiutò di commentare le conclusioni dell’inchiesta giornalistica. Eppure si trattava di rivelazioni sepolte in 52.000 pagine di documenti declassificati dalla stessa Nsa e indagati dalla Bbc.

Crypto AG ha venduto le sue macchine in tutto il mondo, offrendo sicurezza. Ma ciò che i clienti non sapevano era che lo stesso Boris Hagelin, fondatore di Crypto AG, aveva raggiunto un accordo segreto con il padre fondatore della violazione del codice americano, William F Friedman. Un documento chiave è un rapporto di 22 pagine un tempo top-secret, che fa riferimento ad una visita di Friedman nel 1955 a Zugo, in Svizzera, dove si trovava la Crypto AG. Hagelin teneva informata l’Nsa sulle specifiche tecniche delle diverse macchine e su quali paesi le acquistavano. Sembra che la conoscenza dettagliata delle macchine e delle loro operazioni possa aver permesso ai decodificatori di ridurre il tempo necessario per decrittografare i messaggi.

Anche in Italia nel 1999 Luca Mainoldi, sulla rivista di geopolitica Limes scriveva che “la Crypto AG è sospettata da anni di avere stretto un rapporto di collaborazione con la Nsa. Secondo un articolo di Covert Action Quarterly apparso nel 1997 la Crypto AG sarebbe gestita dalla Nsa e dal Bnd tedesco insieme con la Siemens e la Motorola, due aziende che forniscono ai governi tedesco e americano sistemi crittografici”. Tra i clienti di Hagelin elencati vi sono Egitto, Iraq, Arabia Saudita, Siria, Pakistan, India, Giordania e altri paesi in via di sviluppo. Nell’estate del 1958 ufficiali dell’esercito, apparentemente in sintonia con il presidente egiziano Gamal Abdel Nasser, rovesciarono il regime in Iraq. Lo storico David Easter, del King’s College di Londra, afferma che l’intelligence proveniente da comunicazioni egiziane decifrate fu vitale in Gran Bretagna, essendo in grado di schierare rapidamente truppe nella vicina Giordania per prevenire un possibile colpo di Stato contro un alleato britannico. L’accordo del 1955 sembra aver coinvolto la stessa NSA a scrivere opuscoli, manuali di istruzioni per una macchina, il CX-52, per garantirne un uso corretto.

Nel 2018 gli azionisti hanno in gran parte smantellato Crypto AG. Da quel momento due società hanno rilevato i componenti rimasti: CyOne Security fornitore esclusivo del governo svizzero e Crypto International, che ha assunto il marchio. Un elemento che va comunque considerato nella vicenda è che dal 2013 il Washington Post, il giornale americano che ha lanciato questa inchiesta, è di proprietà di Jeff Bezos, il miliardario fondatore e ceo di Amazon. Pare che tra Amazon Web Services e il presidente Trump non corra buon sangue visti i ripetuti attacchi pubblici e privati. Che sia davvero un colpo inferto a Trump? Di sicuro già la società russa Kaspersky ha visto il suo software vietato dall’uso sulle reti del governo americano mentre il colosso cinese Huawei è stato colpito da sanzioni – e avvertimenti circa la possibilità di costruire le proprie reti 5G. Secondo i funzionari statunitensi Huawei potrebbe accedere di nascosto alle reti di telefonia mobile attraverso “backdoor”.

Insomma il tempismo circa l’inchiesta del Washinton Post risulta assai strano, anche in virtù del fatto che diversi addetti al settore fossero a conoscenza di questa storia. Trump condanna Huawei e Kaspersky eppure l’inchiesta pare ricordare agli Usa di guardare innanzitutto i loro atteggiamenti in passato!