Cinema

Renée Zellweger, non solo Bridget Jones. L’attrice texana diventa Judy Garland e porta a casa il secondo Oscar

L'attrice, premiata come migliore attrice nella sorprendente 92esima edizione dell'Academy, ha un lungo carnet di performance se non memorabili sicuramente notevoli

Tutti (o quasi) sentendo il nome Renée Zellweger pensano alle faccette di Bridget Jones. Ma l’attrice, premiata come migliore attrice nella sorprendente 92esima edizione degli Oscar, ha un lungo carnet di performance se non memorabili sicuramente notevoli. L’attrice, cresciuta in Texas da genitori europei, ha debuttato nel 1993 con il film Giovani carini e disoccupati di Ben Stiller.

Ma è nel 1996 che diventa famosa interpretando una ragazza madre single un po’ introversa nel film Jerry Maguire con un già famoso Tom Cruise. “Mi avevi convinto al ciao” diventa una specie di meme. Due anni dopo interpreta La voce dell’anima con William Hurt e la sempre immensa Meryl Streep. Nel 1999 recita insieme a Brooke Shields nella commedia diretta da Gary Sinyor Lo scapolo d’oro. Nel 2000 interpreta il ruolo di Irene, una carcerata di cui s’innamora un giovane con doppia personalità (Jim Carrey) nella commedia Io, me & Irene di Bobby e Peter Farrelly. L’amore con Jim Carrey dura un soffio e i due attori si separano prima del matrimonio. In Betty Love di è una cameriera di un locale di Kansas City che si innamora del medico di una soap opera e confonde l’attore con il personaggio. Dietro l’angolo c’è il personaggio del grande successo ed è Il diario di Bridget Jones – per il quale passa da una taglia small a una extralarge mettendo su dieci chili – che le vale la prima candidatura all’Oscar come miglior attrice protagonista.

Per la sua interpretazione di Roxanne Roxie Hart nel musical di Rob Marshall Chicago vince il Golden Globe 2003 come protagonista femminile e viene nominata all’Oscar 2003 come miglior attrice protagonista. Nel 2003 ripete l’operazione ingrassa/dimagrisci per girare il sequel Che pasticcio Bridget Jones. Con il film Ritorno a Cold Mountain – con Nicole Kidman e Jude Law – 2004 ottiene la sua terza nomination consecutiva alla statuetta dell’Academy (impresa riuscita in passato solo Russell Crowe, Tom Hanks e Katharine Hepburn) portandosi a casa il premio per miglior attrice non protagonista. L’interprete ha attraversato un periodo difficilissimo, tra il 2010 e il 2016 di pressoché totale assenza dal grande schermo, per poi tornare a Bridget’s Jones diary.

Emozionata è salita sul palco ringraziando tutti e rivolgendosi alle altre attrici nominate: “L’ho detto prima e lo dirò ancora: Cynthia, Charlize, Scarlett, Saoirse, è un onore essere considerata insieme a voi”. Poi il discorso ha virato su Judy Garland che la Zellweger ha interpretato alla perfezione grazie a una mimesi corporea impressionante. Make-up, smorfie e quel leggero inarcamento delle spalle hanno trasformato l’attrice nell’attrice nell’ultimo sofferto anno di vita e di carriera nel 1969.