Musica

I Racconti delle Nebbie: un incontro tra musica e letteratura in direzione ostinata e contraria

Oggi vorrei segnalarvi un bel progetto: I Racconti delle Nebbie di Paolo Benvegnù e Nicholas Ciuferri. Parlo di un album che raccoglie parole e musica nate intorno all’omonimo progetto che nasce nella primavera del 2018. Il risultato è un libro-cd di 140 pagine e 20 racconti le cui 9 tracce sono strutturate sulle musiche di Paolo Benvegnù e costituiscono la colonna sonora per i racconti di Nicholas.

Ma vediamo nello specifico il progetto nei consueti nove punti.

1. Chi segue queste pagine sarà certamente incappato in un’intervista di qualche tempo fa a Paolo, cantautore raffinato con una storia musicale alle spalle che non ha certo bisogno di grandi presentazioni; con gli Scisma in primis e a seguire il percorso in solitaria, traducono la poetica di un artista che v’invito a scoprire, ammesso (e non concesso) che non lo conosciate già. Nicholas Ciuferri, invece è uno scrittore, performer ed editore che dopo anni in giro per il mondo si è ristabilito in Italia.

2. Potrebbe, tale progetto, essere definito un incontro tra musica letteraria e letteratura musicale? Questo apparente gioco di parole è deducibile dall’unione delle due fonti, le quali danno vita ad un risultato altro, connaturato e contaminato, in cui l’essenziale è l’essenza stessa di parole e musica.

3. Il duo ha deciso di fondare una band che avesse connotazioni fortissime, tra musica e letteratura, se vogliamo distante dal concetto di reading, più vicino ad un recitato in musica; piuttosto è comune l’intento di voler concepire dei veri e propri racconti mediante un gioco di rimandi: “La formula funziona – dice Nicholas – ai club si sommano le rassegne, i teatri, gli auditorium, gli eventi estemporanei in tutta la Penisola, fino agli inviti per esibirci a Princeton e McGill, negli Stati Uniti e in Canada”.

4. In un periodo storico dove lo svuotamento dai significati pare essere preponderante, I Racconti delle Nebbie vanno in direzione ostinata e contraria, riempiendo le atmosfere fumose di messaggi e contenuti: “fondono lo storytelling con la canzone, ma non sempre sono storie piene di trama – continua Ciuferri – a volte sembrano creare delle atmosfere in cui la cornice e lo sfondo tratteggiano solamente il primo piano, lasciando all’ascoltatore il privilegio di riempirlo come meglio crede. Altre volte – conclude – riempiono di dettagli una storia che potrebbe essere vera e magari lo è, in un altro momento, altrove. Le storie, in fondo, appartengono al mondo”.

5. Esistono forse affinità e divergenze con altre band? Per quanto spesso siano associati ai Massimo Volume, agli Offlaga Disco Pax o talvolta anche ai primi Csi, esistono differenze sostanziali riscontrabili nella struttura musicali dei brani, più vicina per certi versi a dinamiche tipiche del post rock. Inoltre la costruzione narrativa riconduce l’ascoltatore all’interno di un percorso emozionale nel quale il senso di spaesamento e sorpresa è preponderante.

6. Il successo del progetto non lascia insensibile il mondo delle case discografiche; dopo la prima edizione targata Woodworm, l’approdo in Black Candy (ma in collaborazione con People) offre l’opportunità al duo di rieditare il disco arricchendolo di altri racconti inediti. Con il cambio di etichetta la band si allarga, ufficializza il polistrumentista Nicola Cappelletti (già presente sul disco e in diverse date live) e arruola Riccardo Tesio, la chitarra portante dei Marlene Kuntz. Rimane una figura collegata alla formazione quella di Alessio Avallone, disegnatore che spesso è sul palco con loro arricchendo l’esibizione con il live drawing.

7. La seconda incarnazione del gruppo sta già presentando degli estratti del nuovo disco (uscita prevista dicembre 2020). Nel live che ho visto io, in una doppia data fiorentina il 20 e 21 dicembre 2019, si può notare come la struttura musicale abbia acquisito potenza di suono e dinamiche più complesse, si sentono le tendenze sperimentali di Cappelletti e le derivazioni rock di Tesio sopra gli impianti armonicamente complessi e mai banali di Benvegnù, mentre Ciuferri effettua un grande lavoro vocale tra musicalità e recitazione. Anche da un punto di vista narrativo, i nuovi brani risultano più evoluti seppur riconoscibili.

8. Una domanda sorge spontanea: in quale direzione conducono l’ascoltatore I racconti delle nebbie? “L’esplorazione di nuovi canali musicali e letterari – sostiene il performer – conducono alla trasversalità della produzione”. Aggiungo che dal vivo il progetto entusiasma e genera notevole curiosità sulle reali potenzialità ancora da scoprire.

9. Nel frattempo il 14 febbraio nella sede della Treccani la compagine si esibirà dal vivo, per ribadire, come se ce ne fosse bisogno, quanto la letteratura e la contaminazione artistica siano la guida, il punto fermo e allo stesso tempo il processo evolutivo del progetto. Non è tutto, l’America è di nuovo ad un passo. Nel mese di marzo la versione inedita costituita da Ciuferri, Tesio e Avallone sarà in Canada per un nuovo ciclo di spettacoli: a conferma che le storie sono le storie del mondo e in quanto tali devono girare.

9 canzoni 9 … ispirate a I racconti delle nebbie