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Prescrizione, Bonafede: “C’è maggioranza che lavora. Invece sento toni da opposizione”. Orlando: “Rinvio riforma? Saremmo contenti”

Il ministro della Giustizia, intervenendo a margine dell'apertura dell'anno giudiziario del Consiglio di Stato, ha annunciato che entro dieci giorni la riforma del processo penale deve arrivare in Consiglio dei ministri. Il vicesegretario del Pd: "Se si fa il rinvio siamo i più contenti del mondo". Fonti di via Arenula smentiscono l'ipotesi

“C’è una maggioranza che lavora. Invece sento toni da opposizione, sembra che i testi li abbiano scritti Salvini o Berlusconi”. Mentre rimane alta la tensione nel governo sulla riforma del processo penale, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, intervenendo a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio di Stato, ha invitato gli alleati al dialogo e alla collaborazione. E criticato chi invece alza la tensione, con un chiaro riferimento all’ex premier Matteo Renzi e leader di Italia viva che solo domenica scorsa ha minacciato di far mancare i voti al Senato. “Stare nella maggioranza”, ha detto ancora il ministro, “significa stare a un tavolo a scrivere le norme, non urlare e strillare da mattina a sera. Siamo in maggioranza, invece sento toni di chi sembra all’opposizione. A volte sembra che i testi glieli scrivano Salvini o Berlusconi. Non possono continuare a molestare i cittadini con dichiarazioni che sembrano minacce”. Per i renziani ha risposto il capogruppo Iv al Senato Davide Faraone: “Bonafede ha poche idee e molto confuse”, ha scritto su Twitter, “i testi a noi di ItaliaViva li scrivono i cittadini che vogliono una giustiziagiusta, quelli sulla prescrizione invece il ministro li ha scritti con Salvini”.

Il partito di Matteo Renzi punta a fare approvare il cosiddetto “lodo Annibali” , cioè il rinvio di un anno dell’entrata in vigore della riforma Bonafede: “Noi lo avevamo proposto ma avevamo capito che Bonafede era contrario, ma se si fa il rinvio siamo i più contenti del mondo perché un rinvio ci darebbe modo di affrontare con più calma la riforma del processo penale”, dice Andrea Orlando. A chi gli chiede se sia possibile che la riforma arrivi in Cdm e intanto si rinvii la prescrizione, il vicesegretario dem replica: “Ci sono tante soluzioni possibili”. Via Arenula però smentisce aperture in questo senso, spiegando che l’accelerazione impressa oggi dal ministro della Giustizia, con la volontà espressa dal Guardasigilli di portare il ddl delega all’esame del prossimo Consiglio dei ministri “non costituisce assolutamente” un’apertura all’ipotesi di un rinvio della legge Bonafede sulla prescrizione che è già legge.

Quello sulla prescrizione, insomma, rimane un nodo ancora sul tavolo del governo. Bonafede, sempre parlando con i giornalisti, ha ribadito che “entro 10 giorni il testo della riforma del processo penale deve arrivare in Consiglio dei ministri“. “Non rispondo alle provocazioni perché dico ‘lavoriamo’”, ha continuato in riferimento a chi nella maggioranza “si sta impuntando e sta abusando della pazienza dei cittadini usando anche i toni della minaccia”. “Per il M5s”, ha detto, “la riforma della prescrizione non è una bandiera, ma una battaglia storica contro un sistema palesemente ingiusto. La riforma del processo penale è pronta già da qualche mese e sulla riforma c’è l’accordo da parte della maggioranza. Noi dobbiamo dare ai cittadini un processo penale breve e invece continuiamo a parlare di argomenti che stanno bloccando la strategia del governo”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte solo ieri ha cercato di placare le tensioni dicendo che “dorme sonni tranquilli sull’argomento”. Nelle prossime ore dovrà essere convocato un vertice a Palazzo Chigi, ma il premier temporeggia in attesa che si trovi un accordo e per evitare che l’incontro sia dedicato solo allo scontro. Intanto il Pd ieri ha fatto sapere che spinge per accelerare la verifica di governo, per definire la “fase due”. L’auspicio è che si vada avanti “non per piantare bandierine”, ma per rilanciare l’azione di un esecutivo che, come detto più volte, “ha senso solo se fa le cose”.

Sul fronte M5s ha parlato invece Luigi Di Maio. Oggi ha fatto un video per annunciare una manifestazione di piazza dei 5 stelle per il 15 febbraio. Ma soprattutto ha alzato i toni mettendo in guardia i suoi dal rischio che “cancellino le leggi 5 stelle”. “Sapevamo”, ha detto in diretta su Facebook, “che il sistema voleva cancellare le nostre leggi ma allora c’è una sola risposta: il popolo italiano, che deve manifestare pacificamente contro questo osceno atto di restaurazione che inizia con questo atto di vitalizi. Io il 15 febbraio sarò con voi. Abbiamo fatto la prescrizione e vogliono cancellarla, abbiamo fatto il reddito di cittadinanza e vogliono un referendum per toglierlo”, ha continuato. “Questa è una stagione in cui stiamo vedendo un comportamento da parte delle forze politiche che è veramente indescrivibile. Abbiamo fatto i vitalizi e loro se li vogliono riprendere, abbiamo fatto la prescrizione, che è legge dello Stato, e adesso la stanno provando a mettere in discussione per cancellarla. C’è chi sta lanciando un referendum contro il reddito di cittadinanza per metterli chissà in quale privilegio”, ha detto ancora Di Maio. “Allora il popolo deve scendere pacificamente in piazza per manifestare contro questo osceno atto di restaurazione. Vedrete vorranno cancellare man mano tutte le leggi che abbiamo fatto. Voi vi dovete chiedere: in quel momento preciso della storia in cui alcune parti politiche si stanno prendendo i vitalizi io voglio stare in piazza con il popolo o a casa facendo finta che non sia così?”.