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Nidi privati, Altroconsumo: “A Milano costano il doppio rispetto al Sud, anche se hanno pochi spazi verdi. L’inglese il servizio più offerto”

Lo si legge in un'indagine su 200 asili nido privati in cinque città italiane: Milano, Bari, Padova, Pescara e Reggio Calabria. Per un bimbo che frequenta il nido tutti i giorni per almeno cinque ore di frequenza, si passa da un costo di 306 euro al mese della città dello stretto ai 690 del capoluogo meneghino

È un’Italia divisa in due quella che fotografata da Altroconsumo nella sua indagine su 200 asili nido privati in cinque città italiane: Milano, Bari, Padova, Pescara e Reggio Calabria. Il risultato più eclatante è quello relativo ad uno dei punti più dolenti legati a questo servizio, ovvero il costo: da Nord a Sud le tariffe sono più che dimezzate. Nello specifico, per un bimbo che frequenta il nido tutti i giorni per almeno cinque ore di frequenza, si passa da un costo di 306 euro al mese a Reggio Calabria ai 690 euro di Milano. Dopo Milano, la città più cara è Padova (473 euro), seguita da Pescara (446 euro) e Bari (395 euro).

Nel capoluogo meneghino un’ora di asilo nido costa in media 4,49 euro (più del doppio che a Reggio Calabria). Ma ci sono importanti differenze tra una zona e l’altra della città: ad esempio la zona sei (Porta Genova-Navigli-Barona) con 4,12 euro all’ora è la più economica, mentre la più cara è il centro storico con 5,52 euro. Nella classifica delle zone più care al secondo posto si piazza Porta Romana-Ticinese-Corvetto-Ripamonti con un costo di 4,48 euro all’ora; a seguire con 4,45 all’ora c’è Porta Vittoria-Corsica-Forlanini-Mecenate e ancora con 4,42 Lambrate-Città Studi-Piola e alla pari con l’area di Sempione-Certosa-Roserio.

Al di là dei costi, per quanto riguarda le attività offerte, l’inglese è tra quelle più gettonate, con picchi del 74% a Milano e del 70% a Bari, mentre la percentuale più bassa è quella di Padova (35%). Tra i nidi visitati sono state riscontrate strutture in cui si utilizza esclusivamente la lingua inglese solo a Milano e Padova. In quasi tutti i nidi vengono proposti giochi espressivi, come ad esempio teatro o musica, mentre i giochi d’acqua sono frequenti a Milano e Padova (quasi 70%) e proprio nella città veneta spesso c’è anche l’orto (oltre 50%). All’interno di quasi tutti gli asili nido c’è una zona di accoglienza e le aree per mangiare e riposare sono separate; in alcuni casi uno stesso spazio viene dedicato a più momenti della giornata. Ad esempio, a Padova la mensa è separata dalle altre attività nell’86% dei casi, mentre a Pescara solo nel 33%. A Bari e Pescara invece viene privilegiata la zona riposo (89% e 86% dei casi).

Milano risulta la città più carente per quanto riguarda gli spazi esterni: il 29% infatti non ne ha uno. “La visita – spiegano ad Altroconsumo – effettuata personalmente negli asili nido è stata valutata complessivamente in maniera positiva in termini di gentilezza, disponibilità e chiarezza del personale, mentre le informazioni offerte sui siti web sono risultate povere o non aggiornate: risultati migliori a Milano (66% delle informazioni presenti sui siti erano aggiornate) e peggiori a Pescara (28%)”. Resta un problema: in Italia i servizi di nido sono ancora troppo pochi. Sono oltre 13.000 le strutture che nel nostro Paese erogano servizi socio-educativi per la prima infanzia. Parliamo di quasi 355 mila posti, il 51% offerto da strutture pubbliche e il 49% da private: un numero esiguo rispetto alle esigenze delle famiglie italiane, dal momento che si riesce a coprire solo il 24,7% del potenziale bacino.