Politica

Bodyshaming, la testimonianza di Sensi (Pd) in Aula: “Mi chiamavano ‘cicciabomba’, ma non tutti ci scherzano. Ecco perché serve la norma”

“Sono stato per tutta la vita, e sono, un ‘cicciabomba’, ‘cannoniere’, un ‘panzone’, un ‘trippone’, una ‘palla di lardo’, qualcuno mi chiamava anche manzo. Un ragazzino una volta mi gridò ‘Sensi mi fai senso’, lo ricordo come fosse adesso”. Così il parlamentare del Partito democratico, Filippo Sensi, in Aula alla Camera, durante l’esame della proposta di legge sul bullismo, ha raccontato la sua personale esperienza con il bodyshaming e il fatshaming, cioè l’atto di deridere una persona per il suo aspetto fisico. “Chiunque mi conosca sa che sul mio peso scherzo, lo esorcizzo e ci sorrido, ma mi ci misuro ogni giorno e sento questo sguardo che mi pesa. Ma quando sei ragazzo, quando sei ragazza, è più difficile scherzarci su. Non tutti ci scherzano”, ha continuato il deputato, illustrando l’ordine del giorno che conteneva alcune modifiche alla norma sul bullismo, proprio per aiutare le vittime di fatshaming e bodyshaming. “Ci si chiude in casa, magari si finisce in cucina a rubare cibo. Il cibo è vissuto come anestesia, come stordimento per non sentirsi, più per non sentirli più”, ha proseguito Sensi, sottolineando i rischi del bullismo. Per questo, ha concluso il deputato, bisogna “fare prevenzione e sostenere chi è vittima di bodyshaming“. “È un modo certo manchevole di sollevare un’attenzione e di chiedere rispetto e amore che ognuno di noi con il suo corpo merita”, ha poi chiosato il dem. Al termine del suo intervento in Aula i deputati hanno risposto con un fragoroso applauso e alcuni si sono commossi. La Camera ha approvato con 234 voti a favore, nessun contrario e 131 astenuti la legge che intensifica le misure contro il bullismo e il cyberbullismo, istituendo un numero di emergenza 24 ore su 24, una app anti-violenza e un monitoraggio costante su tutte le scuole italiane.