Calcio

Stadio San Siro, Milan e Inter presentano al Comune i nuovi progetti che tengono in vita il Meazza: l’ipotesi di un distretto dello sport

I due progetti realizzati da Populous e Manica-Sportium sono stati adattati alle richieste arrivate da Palazzo Marino: il vecchio impianto sarebbe destinato all'intrattenimento e alle attività non professionistiche, con campi aperti a tutti accanto a musei e negozi

Resterà il Meazza accanto alla Cattedrale o agli Anelli, ma non sarà un secondo impianto. Piuttosto una cittadella dello sport, aperta a tutti per tutto l’anno, in cui insieme a musei e negozi ci saranno ad esempio una pista da atletica e un campo da basket. È questa la proposta che Milan e Inter hanno presentato all’amministrazione comunale di Milano, per soddisfare le richieste avanzate da Palazzo Marino e compiere un altro passo verso la nascita di un nuovo stadio per le due società. I due progetti realizzati da Populous e Manica-Sportium, usciti vincitori dalla competizione iniziale con le loro idee di un impianto cattedrale e di uno ad anelli, sono stati adattati e “prevedono una rifunzionalizzazione del Meazza destinandolo prevalentemente a funzioni sportive di base e a funzioni di intrattenimento per far vivere il distretto di San Siro 365 giorni all’anno, in ottica di servizio e beneficio per la cittadinanza“, si legge nella nota dei due club.

In pratica, l’attuale stadio San Siro, con i suoi spazi potrebbe diventare un distretto dove praticare diversi sport. Una ipotesi, tengono a spiegare Milan e Inter, “in ottemperanza alle indicazioni dell’amministrazione Comunale e come convenuto nel precedente incontro”. Dopo il via libera del Consiglio comunale al nuovo stadio arrivato il 28 ottobre scorso, era arrivata a inizio novembre anche la dichiarazione di Pubblico Interesse sul piano di fattibilità tecnico-economica da parte della Giunta del sindaco Beppe Sala. L’amministrazione aveva fissato però alcuni paletti, rivendicati dallo stesso primo cittadino che non aveva usato mezze parole: “Il progetto va cambiato, così è inaccettabile”.

Cambiato come? Innanzitutto, appunto, prevedendo una soluzione che tenesse in vita (e quindi in piedi) il Meazza, con una “rigenerazione attraverso altre funzioni”. Poi un altro punto chiave: le volumetrie. Sala ha chiarito che le volumetrie dell’area commerciale “saranno autorizzate solo nella misura prevista dal corrente Piano di Governo del Territorio del Comune di Milano”. Quindi in misura nettamente inferiore rispetto a quanto previsto dai progetti originali di Populous e Manica-Sportium, approvati dalla due società. In pratica le richieste di Palazzo Marino seguono le linee guida dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale, in cui si chiarisce che l’obiettivo prioritario è “minimizzare l’impatto ambientale (qualità dell’aria, inquinamento acustico, consumo di risorse energetiche e idriche, consumo di suolo e aumento della permeabilità, riduzione degli impatti da cantiere, mobilità sostenibile) realizzando una cittadella di sport e servizi ‘car free’, che connetta il quartiere attraverso corridoi verdi alle grandi aree site ad ovest”.

“I club proseguiranno nell’approfondimento tecnico ed economico delle ipotesi progettuali presentate, sempre in coerenza con le linee guida indicate dal Comune”, conclude la nota di Milan e Inter, facendo esplicito riferimento alla volontà di accontentare le richieste arrivate dall’amministrazione. Un precedente incontro si era già tenuto il 17 dicembre scorso e aveva portato a scartare l’ipotesi di un “doppio impianto” perché, avevano spiegato le due società, ci sarebbero notevoli “criticità generate dagli impatti acustici, viabilistici, dalla gestione dei flussi e della sicurezza”. Il Comune aveva quindi chiesto a Milan e Inter di andare avanti con l’idea di una rifunzionalizzazione, pensando appunto a distretto per lo sport non professionistico e aprendo a una modifica “dell’ingombro dello stadio”. Il lavoro ora prosegue in questa direzione e un nuovo incontro potrebbe tenersi già tra una decina di giorni.