Società

Le esigenze dei pazienti devono venire prima del guadagno delle aziende sanitarie

Ho scritto tante volte che per essere accreditati con il Servizio sanitario nazionale occorre per prima cosa avere un Pronto soccorso nella struttura. Il Pronto soccorso è costoso, impegnativo e rischioso. Se vogliamo salvare il nostro Sistema sanitario occorre ridistribuire i costi fra le strutture che partecipano a qualunque livello alla “torta”. Le aziende sanitarie che hanno solo interessi risparmiando i rischi e i costi devono essere cassate.

In questa ottica occorre leggere lo studio che stabilisce che “il 91,5% degli accessi in pronto soccorso grava sugli ospedali pubblici”. Il dato varia da Regione a Regione: in 11 Regioni le strutture private accreditate non hanno il Dipartimento emergenza-urgenza e Pronto soccorso, in 17 non hanno il Pronto soccorso pediatrico, in 8 non hanno l’Unità di terapia intensiva, in 12 non hanno l’Unità di terapia intensiva coronarica, in 15 non hanno la Terapia intensiva neonatale e in 18 non hanno i servizi immuno-trasfusionali. Nelle strutture pubbliche l’offerta degli stessi servizi per l’emergenza-urgenza è presente in tutte le Regioni.

Bisogna prendere in carico i cittadini secondo le loro esigenze, non secondo le esigenze di guadagno delle aziende sanitarie. Altrimenti si rischia di arrivare a situazioni estreme come è avvenuto all’ospedale Maggiore di Bologna: 19 ore in Pronto soccorso con cambiamento di colori di priorità senza risolvere nulla, divenendo codice bianco e dovendo versare 135 euro di ticket!

Per ridurre il tempo di attesa occorre aumentare le possibilità di accesso, coinvolgendo tutti i soggetti accreditati, e come dico da anni far turnare 7 giorni su 7, 24 ore su 24, nelle strutture tutti i medici di base convenzionati che aiuterebbero e ritornerebbero a fare i medici a contatto con la medicina vera, quella ospedaliera. Altro che le scuse del Direttore del Pronto soccorso e della medicina d’urgenza per il troppo lavoro e del fatto che si rivaluterà la posizione della paziente!

Per questi motivi non sono d’accordo con il gruppo sanità del Movimento 5 Stelle del Piemonte che vuole mantenere pubblico un servizio che anche in Piemonte è al collasso: il problema, cari grillini rimasti, non è fare barricate contro il privato ma cancellare il convenzionamento al privato senza Pronto soccorso che fa concorrenza sleale al pubblico. Questi sono argomenti. Il resto solo parole inutili, con il rischio che il privato vinca e faccia quello che vuole della salute dei cittadini.