Scuola

Varese, studenti in rivolta per le aule troppo fredde: 76 sospensioni. Il preside: “Sporcavano e prendevano a calci il muro”

Nella nota riportata sui registri, si legge che gli studenti hanno “chiuso le valvole termostatiche dei caloriferi e aperto le finestre” oltre ad aver danneggiato i corridoi e le aule: per questo non potranno frequentare le lezioni per tre giorni

Classi gelide, nel bel mezzo di gennaio: 76 studenti dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore“Isaac Newton” di Varese sono stati sospesi per aver protestato contro il freddo che hanno trovato mercoledì a scuola. Nelle classi la colonnina di mercurio del termometro non superava i quindici gradi mentre in palestra arrivava persino a tredici. Una situazione insostenibile per gli studenti, che hanno avvisato immediatamente il dirigente della scuola, Daniele Marzagalli, a cui non è restata altra scelta che avvisare i tecnici della Provincia che durante la mattinata sono intervenuti per cercare di ripristinare una temperatura normale. Ma l’attesa non è piaciuta ai ragazzi.

Gli studenti, infatti, non hanno aspettato ma hanno deciso di uscire dalle aule e “marciare” alla volta della presidenza. Mentre il preside si trovava fuori dall’ufficio per verificare la situazione, un gruppo di studenti ha aizzato altri alunni che hanno invaso la presidenza con cori e urla. Una situazione di “guerriglia”: da una parte i ragazzi che chiedevano di andare a casa, dall’altra il dirigente scolastico che chiedeva agli alunni di pazientare, per evitare di mandare fuori al freddo 1300 studenti in una giornata dove si registravano due gradi e il blocco dei treni per via dello sciopero. La protesta ha avuto conseguenze anche dal punto di vista materiale: il preside ha, infatti, trovato un buco nella parete di cartongesso e una maniglia rotta, oltre alle finestre aperte in alcune aule e le termovalvole dei caloriferi spente. Anche dopo che la caldaia è tornata in funzione e la temperatura nelle aule ha raggiunto almeno i 17 gradi, gli studenti hanno continuato la protesta, arrivando a danneggiare alcune aule.

Una situazione fuori controllo, che si è conclusa con la sospensione di 76 studenti per tre giorni. Nella nota riportata sui registri, oltre al resoconto delle tensioni, si legge che gli studenti hanno “contribuito gravemente all’interruzione del pubblico servizio dell’attività amministrativa della scuola” e che hanno “chiuso le valvole termostatiche dei caloriferi e aperto le finestre”. E ancora: “durante il presidio non autorizzato alcuni studenti non ancora identificati hanno danneggiato a calci la parete del corridoio e sporcato con immondizia”. Per questo “in via cautelare e in attesa di eventuali ulteriori provvedimenti disciplinari assunti dal consiglio di classe, gli studenti non potranno frequentare le lezioni dal 9 all’11 gennaio”.

Una situazione gravissima secondo il dirigente scolastico, che al Corriere della Sera ha dichiarato: “Sono stato obbligato a sospendere fino a sabato alcuni dei partecipanti alla protesta. Prima delle 8 la caldaia era in blocco, ma i tecnici già alle 9:30 stavano lavorando. Assieme ad un collega ho fatto una serie di sopralluoghi e le temperature risultavano sì basse ma accettabili; solo in palestra faceva freddo ma questo è purtroppo un problema cronico. Ho chiesto ai ragazzi di pazientare, ma è stato inutile”.