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Australia, 183 persone accusate di aver appiccato gli incendi: 24 arresti

Lo riferisce la polizia del New South Wales, precisando che tra i sospettati ci sono anche 40 minorenni. Le autorità però hanno posto l'accento sulle particolari condizioni atmosferiche, che aggravano un fenomeno che accade ogni anno nel continente

Le autorità australiane hanno accusato 183 persone – tra cui 40 minorenni – di aver appiccato deliberatamente gli incendi boschivi degli ultimi mesi. Di queste, 24 persone sono state accusate in relazione a incendi dolosi appiccati nel Queensland, Victoria, nell’Australia Meridionale e in Tasmania. Lo riferisce la polizia del New South Wales, ricordando che almeno 25 persone hanno perso la vita da settembre a causa delle fiamme. Solo una parte dei roghi australiani è di origine dolosa: è un fenomeno che si ripete ogni anno in questa stagione, ma da tempo i climatologi avvertono che il clima più caldo e più secco contribuisce a rendere gli incendi più gravi e più frequenti.

In particolare, nello stato di Victoria, sono 43 le persone accusate di incendi dolosi nel 2019, 101 nel Queensland, dove il 70 per cento di loro è minorenne. Oltre alle persone che devono rispondere dell’accusa di aver appiccato il fuoco volontariamente, le autorità riferiscono che un altro centinaio di persone sono accusate di reati minori, per incuria o disattenzione: 53 di non aver rispettato il “fire ban”, il divieto di accendere fuochi all’aperto, e altre 47 di aver gettato una sigaretta o un fiammifero a terra. Comportamenti che, se verificati, possono costare fino a 21 anni in carcere.

Le autorità hanno posto l’accento sulle particolari condizioni atmosferiche: non tutti gli incendi sono dolosi, anzi, sono un fenomeno naturale frequente in Australia in questa stagione. Uno studio condotto nel 2019 dal “Centro nazionale australiano per la ricerca sugli incendi” sosteneva che, nel corso dello scorso anno, solo il 13% degli incendi era di origine dolosa, mentre un 37% era classificato come “sospetto”. Quest’anno però le alte temperature, insieme al lungo periodo di siccità, hanno peggiorato notevolmente il fenomeno: gli esperti hanno puntato l’attenzione sulle conseguenze dei cambiamenti climatici, evidenti nel costante aumento delle temperature del continente nel corso degli anni. Il 18 dicembre 2019 si è toccato il record di 41.9 gradi. Il caldo e la siccità fanno propagare i roghi velocemente e alimentano il fuoco, portando il fenomeno fuori controllo.