Politica

Salvini sfodera rosari ma i parroci ‘fanno politica’: ecco perché per me i preti di Vercelli hanno fatto bene

Il 24 dicembre 2019, nel giorno in cui la Chiesa celebra in tutto il mondo la Veglia di Natale, cioè la memoria di un bambino che appena nato deve subito scappare perché seguitato dal potere e dalla polizia di Erode, l’Ansa lancia una notizia da Vercelli, in Piemonte.

Il bollettino della parrocchia di Santa Maria Maddalena pubblica una riflessione del parroco don Massimo e del diacono don Rocco augurandosi di “poter contare sull’intelligenza e il buonsenso degli italiani”, quando alle prossime elezioni dovranno scegliere chi mandare a rappresentarli in Parlamento. Parroco e diacono fanno espresso riferimento a Matteo Salvini che, spudoratamente, ha chiesto “pieni poteri” senza alcuna garanzia, solo sistemare la questione immigrati e riaversi sul governo di cui fu “ampia parte” dopo che il suo maldestro tentativo di rovesciarlo non ha sortito l’effetto desiderato.

I due preti constatano con semplicità francescana che “Salvini si è dato la zappa sui piedi”. Tutto ciò non meritava la menzione di “notizia” perché è stata una constatazione ovvia, logica, lapalissiana che ha riempito di tonnellate d’inchiostro analisi e critiche di osservatori politici, scrittori, giornalisti e anche politicanti.

Eppure, nonostante tutto ciò, il sindaco leghista di Borgosesia, Paolo Tiramani, si scandalizza e commenta: “Da cattolico nutro molta fede e molto rispetto. Tuttavia non capisco alcuni preti che utilizzano ogni mezzo per fare dell’assurda politica”. Detto da lui, leghista, è il colmo dei colmi, dal momento che il massimo esponente del suo partito non fa altro che utilizzare ogni strumento per fare assurda politica, avulsa dalla civiltà italiana e contraria alla fede cristiana. Il sindaco di Borgosesia fa confusione tra “fede” e “religione occasionale” e tra “politica” e “interessi di parte/partito”.

Il consigliere del Comune di Trieste, Fabio Tuiach, ex Lega e Forza nuova, si è scandalizzato “come cattolico” che Liliana Segre abbia detto che “Gesù era ebreo”, dimostrando di non conoscere nemmeno le fondamenta di quella religione che si ostinano a volere difendere, e che invece cercano di affossare con più efficacia del comunismo sovietico staliniano. L’ignoranza è la madre di ogni disgrazia e Salvini con la sua Lega, usando gli strumenti della religione, si rivolge agli ignoranti non con il desiderio di aiutarli a salire di tono, ma relegandoli nella loro ignoranza invincibile per poterli manovrare e sfruttare elettoralmente.

Bene hanno fatto i due preti di Vercelli, che in quanto responsabili pastorali hanno il dovere di aiutare la loro gente a pensare con la testa, a riflettere sui fatti e a trovare le ragioni fondate per ogni loro scelta. Il voto è il momento più alto di un popolo che non sceglie questo o quello improvvisato politicante da mandare a svernare con lauto compenso in parlamento, ma sceglie un progetto di società complesso e completo con un programma organico di politica sociale, economica e culturale da gestire in armonia con le Istituzioni, che devono essere indirizzate al bene di tutto il popolo, non del proprio partito.

Questa storia che i preti non devono fare politica è sintomatica e propria di ignoranti che approfittano delle loro incompetenze, incultura e pescano sempre nel torbido, continuando, abusivamente, a definirsi cattolici, come il sindaco di Borgosesia, al quale vorrei chiedere cosa significa per lui essere cattolico e che cosa significa credere: credere che cosa e in chi? In base a quale statuto? Conosce il Vangelo? Sa cosa c’è scritto e quali esigenze impone? Il leghista sa che Dio non è un’etichetta da mettere su una felpa, ma una persona da testimoniare con la vita, in modo particolare con l’accoglienza degli ultimi e tra questi degli ultimissimi, come fece Gesù che si è identificato con loro?

Salvini che sfodera rosari, presepi e madonne di Medjugorje non fa un uso strumentale “con ogni mezzo” per i suoi inverecondi interessi? Perché fa politica infima con questi mezzi? Come sono compatibile l’azione, le parole, le scelte e la politica della Lega con le scelte e le esigenze del Vangelo? La fede cattolica per essere tale è vincolata alla coerenza con il progetto di società, di economia, di sviluppo che nasce dal Vangelo. Il sindaco di Borgosesia e Salvini hanno mai letto le Beatitudini, il Magnificat, il Padre “Nostro”?

Non sanno che sono programmi rivoluzionari che scardinano ogni potere per il potere? La Messa è l’atto più rivoluzionario e politico che possa esistere sulla Terra: basta leggere Isaia 2,1-5, che vede il raduno di “tutti i popoli della terra” convergenti verso il monte del Signore, abbandonando “l’arte delle guerra” per costruire un mondo unico, un’unica umanità, dove non esisteranno più il dio cattolico, riformato, islamico, ortodosso, panteista, ecc. ma il “Signore del cielo e della terra”, con buona pace dell’isolazionismo etnico della Lega e dei suoi piccoli capetti. Gesù non ha insegnato a pregare con “Padre mio”, ma sempre e solo con “Padre Nostro”, dove nell’aggettivo possessivo della prima persona plurale si gioca il nostro destino di credenti. Il pane spezzato nella comunione non è il progetto politico di dare da mangiare a tutti gli affamati di pane, dignità, giustizia, rispetto?

Se la Lega pensa che i preti debbano essere i piccoli funzionari delle religioni a buon mercato se lo scordi una volta per tutte e sappia che saremo sugli spalti dalla parte dei poveri, come lo fu Gesù fino a dare la vita, e non ci faremo intimidire da ciceruacchi d’occasione o improvvisati, perché una cosa è certa: nonostante la Lega sia il più vecchio partito italiano – che ha tradito se stesso, essendo nato per trasformare la politica arruffona e spendacciona e ladra (“Roma ladrona”) – è finito per diventare il partito che difende l’indifendibile, fino a giustificare i suoi che si sono appropriati di denaro pubblico, come se niente fosse: i 49 milioni di euro sono un segno potente che nega alla Lega il diritto di parlare di fede e, più superficialmente, di religione.