Cronaca

Sei mesi fa la nomina delle Colline del prosecco a patrimonio Unesco, ora i sindaci litigano: “Nessun coinvolgimento dei comuni”

Motivo del contendere è la sede dell'associazione che si occuperà di promuovere e valorizzare il territorio, assegnata a Valdobbiadene: sotto accusa c'è la regione Veneto, "colpevole" - secondo i primi cittadini della zona - di non averli interpellati prima di prendere la decisione

Stanno già litigando. Che il riconoscimento delle colline trevigiane del prosecco quale patrimonio dell’umanità Unesco fosse un affare era chiaro fin dall’inizio. Ma adesso i sindaci e la Regione Veneto hanno dato il via a una pantomima di rivalità campanilistiche piuttosto sconcertante. Al punto che, per metterci una pezza, ha dovuto intervenire il governatore leghista Luca Zaia, dichiarando: “Quando ho letto queste polemiche tra sindaci, ho pensato: chissà cosa penseranno a Parigi”. Si rischia la figuraccia prima ancora di cominciare. Eppure la Regione, che ci aveva messo lo zampino, alla fine sembra essere riuscita ad evitare – in perfetto stile spartitorio – che lo scontro per la ricca torta degenerasse. Valdobbiadene avrà la sede dell’associazione che gestirà il lavoro di tutela e programmazione. Conegliano diventerà la sede logistica. E Pieve di Soligo, che aveva dato fuoco alle polveri, dovrebbe diventare il polo culturale delle Colline Unesco.

Una settimana fa Zaia aveva dato l’annuncio. Il 2 gennaio verrà fondata l’associazione che gestirà il territorio patrimonio dell’umanità. ”È un fatto non solo formale, ma anche sostanziale, dato che giustamente l’Unesco ci impone di salvaguardare il sito e di investire sulla sua valorizzazione” aveva detto il governatore. Cinque gli enti fondatori: oltre alla Regione, anche la Provincia di Treviso, l’intesa programmatica d’area Terre Alte della Marca Trevigiana, la Camera di Commercio Treviso-Belluno e il Consorzio tutela del vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco. L’associazione interessa un territorio di 29 Comuni, suddivisi fra “core zone” (9.197 ettari dell’area principale), “buffer zone” (9.769 ettari della zona cuscinetto) e “commitment zone” (il comprensorio d’impegno). In quella occasione era stato annunciato che, secondo quanto proposto dai 15 sindaci delle prime due ripartizioni, la sede associativa sarà a Villa dei Cedri a Valdobbiadene.

Ma subito era cominciata la bagarre. Perché da Venezia era venuta un’indicazione precisa. La Casa Unesco sarà a Villa dei Cedri, come indicato dalla maggioranza dei sindaci. Peccato che Stefano Soldan, primo cittadino di Pieve di Soligo abbia obiettato: “La scelta è di una cordata gestita in proprio da alcuni sindaci, senza il coinvolgimento di tutti quei comuni che hanno lavorato con generosità per la candidatura”. E ha contestato la delibera della giunta regionale secondo cui 15 sindaci su 29 avrebbero scelto Valdobbiadene come sede. “Non c’è stato il coinvolgimento reale e complessivo dei comuni”. Per questo aveva chiesto la rettifica della delibera della Giunta Regionale n. 1807 del 6 dicembre, visto che citava erroneamente i 15 comuni “core” e “buffer zone”. Soldan ha rincarato: “Alcuni sindaci contattati telefonicamente hanno confermato la non adesione a tale scelta, in alcuni casi lamentando il fatto di non essere stati minimamente contattati”.

Messa così, sembrava una scelta di palazzo, che ha indotto Zaia a scendere in campo per mettere pace, visto il dissenso di Comuni come Follina, Refrontolo, Susegana e San Pietro di Feletto, nel bel di una zona dove la Lega impera. Mattia Perencin, di Farra di Soligo: “Siamo stati avvisati l’ultimo giorno: non ho firmato perché non ho condiviso questo metodo”. Assunta Rizzo, di San Pietro di Feletto: “Ci devono spiegare perché non siamo neppure stati chiamati per esprimere il nostro parere”. Mauro Canal, sindaco di Refrontolo: “Non cominciamo bene, perché deve emergere sempre il lato litigioso e divisivo?”. Mario Collet, sindaco di Follina; “Le premesse non sono affatto buone, io avevo scritto una lettera al governatore mettendo a disposizione palazzo Barberis Rusca, un meraviglioso edificio che stiamo restaurando. Non pensavo di essere saltato a piè pari”.

Alla fine i sindaci si sono incontrati a Solighetto e hanno siglato un armistizio, se non la pace vera e propria. Su di loro ha pesato il monito di uno Zaia un po’ sconcertato. “Abbiamo un territorio strepitoso e ci perdiamo in polemiche per una sede? Facciamo squadra, invece, che abbiamo già abbastanza denigratori a farci cattive rassegne stampa”.