Politica

Reggio Emilia, Sardine in piazza: “Non votavo, ma ora non posso stare a casa”, “Politici con la maiuscola? Bonaccini. Ma Pd non ci sfrutti”

“Se il movimento di queste settimane, il 26 gennaio non si trasforma in una risposta elettorale, tutto questo non avrà senso”. È questo l’appello lanciato da uno degli ideatori delle “sardine”, il bolognese Mattia Sartori, alle oltre novemila persone che sono scese in piazza ieri sera in piazza Prampolini a Reggio Emilia. In questa storica roccaforte del Pd, tanti sentono la responsabilità di tradurre nelle urne l’ondata di mobilitazione che si è diffusa in tutta Italia. Tra questi c’è Yuness Warhou, 25 anni, informatico italiano ma senza la cittadinanza. È lui a dare il via alla manifestazione reggiana subito dopo al brano di Mengoni dedicato a Muhammad Ali: ” Qui si vince o si perde in un attimo” dice la canzone e Yuness ribadisce dal palco: “Siamo contro i populismi come Ali. Non molleremo la presa: dietro di noi non c’è nessuno, siamo dei semplici studenti attivi nel sociale”. Poi parte l’inno d’Italia e iniziano i discorsi.

Le sardine ci tengono a professare la propria natura apartitica, ma come hanno scritto nel loro manifesto, ritengono che ci siano ancora dei “politici con la P maiuscola”. Tra questi sembra esserci il presidente Pd della Regione e candidato al bis Stefano Bonaccini: “È il migliore governatore che l’Italia abbia mai avuto” racconta un ragazzo che rivendica con orgoglio il lavoro svolto dal governatore in carica. Lo segue a ruota una pensionata a pochi passi di distanza, ma c’è anche chi ammette di “non avere votato alle scorse regionali e di aver sbagliato, ma oggi bisogna uscire di casa, staccarsi dal computer e andare a votare”. Intanto dalle ultime fila parte un “Bella Ciao” spontaneo che si diffonde in tutta la piazza subito, prima del discorso finale di Sartori che avverte: “Smettetela di chiederci se diventeremo un partito. Io personalmente non mi sento non rappresentato”. Un messaggio che sembra andare in direzione opposta rispetto a quello delle piazze lanciate da Beppe Grillo dieci anni fa: “Il mio non è un vaffa, ma piuttosto un voler stare insieme” racconta una ragazza. C’è poi chi sottolinea la maggiore “civiltà” o la “presenza di una tradizione politica più forte rispetto al M5s”. Una piazza dunque che sembra essere lontana dai grillini, ma allo stesso tempo che ammonisce il Partito democratico: “Non provate a strumentalizzarci, non sfruttateci, ma osservate e imparate. Qui in qualche settimana si è fatto quello che loro non sono riusciti a fare per anni”. L’ultimo applauso è per l’inno ufficiale delle sardine: “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla. “na canzone complessa – conclude Sartori – come del resto è la politica”