Politica

Fondo salva-Stati, Fassina: “Noi di Leu e M5s su stessa posizione, Pd e Italia Viva ovviamente no. Allarma non solo testo ma anche contesto Ue”

Il vertice di maggioranza sul Mes a Palazzo Chigi? E’ stata una riunione interessante e il ministro dell’Economia Gualtieri ha chiarito utilmente alcuni punti. Restano però le divergenze di fondo. I 5 Stelle sembrano essere sulla nostra stessa posizione. Ovviamente Pd e Italia Viva hanno un’opinione diversa dalla nostra“. Così, ai microfoni di Radio Radicale, il deputato di LeU, Stefano Fassina, in una intervista rilasciata al giornalista Lanfranco Palazzolo, commenta l’incontro avvenuto a Palazzo Chigi tra la maggioranza di governo e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per fare chiarezza sul sì dell’Italia alla revisione del Fondo salva-Stati.

Fassina conferma il nulla di fatto risultante dal summit interlocutorio, durato circa due ore e rinviato a una data non ancora concordata: “Noi di Leu continuiamo a ritenere che, per come è definito adesso il trattato, vengano incentivate molto seriamente le probabilità di ristrutturazione del debito, con tutte le conseguenze negative che questa comporterebbe. Non ci sono le condizioni per sottoscrivere quel trattato. Il punto importante è che da parte di tutti, in primis dal presidente del Consiglio, sia condivisa la necessità di guardare all’intero pacchetto – continua – Il pacchetto globale, infatti, oltre al Mes, contiene anche l’inaccettabile meccanismo di assicurazione sui depositi bancari, proposto dal ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz, e le risorse dell’Eurozona per interventi sull’economia reale e sugli investimenti. Quindi, è importante valutare la logica del pacchetto e, sulla base di quella valutazione, bisogna fare un’analisi specifica del Mes. L’attacco di Salvini? Dovrebbe ricordarsi che fino agli inizi di agosto è stato al governo con importanti responsabilità e con viceministri e sottosegretari della Lega al ministero dell’Economia. E dovrebbe anche ricordarsi che il testo che stiamo discutendo è stato chiuso alla fine di giugno. Quindi, la Lega, sebbene abbia sempre espresso una posizione di contrarietà in Parlamento, a fine giugno stava al governo“.

Il parlamentare poi spiega le ragioni per cui il trattato di revisione del Mes possa moltiplicare i rischi di default del debito pubblico: “Moody’s ha appena cambiato da stabile a negativo l’outlook delle banche tedesche a causa dei tassi di interesse negativi. Si tratta di un’anomalia storica, soprattutto per la durata che sta avendo. Quindi, c’è una pressione della Germania sulla Bce per invertire il segno della politica monetaria finora adottata. Questo pesa sui tassi d’interesse, sull’inflazione, sull’economia reale e fa aumentare il rapporto tra debito pubblico e Pil. E’ evidente che un trattato che preveda esplicitamente la ristrutturazione del debito diventa un meccanismo di scenari che si autoalimentano e si autoavverano. Tutto questo sconsiglia la sottoscrizione del trattato, perché non ci sono solo le norme del testo, ma c’è anche un contesto“.