Cronaca

Brescia, il sindaco di un comune leghista nega la biblioteca al libro sull’antifascismo. “La politica resti fuori”

Il 28enne giornalista Federico Gervasoni - sotto sorrveglianza per le minacce ricevute - avrebbe dovuto presentare il suo "Il cuore nero della città", ma il primo cittadino del comune di Pompiano ha negato lo spazio in quanto "luogo di cultura e non di credo politico". Incredulo il giornalista che si è visto offrire, al contrario, una sala riunioni: "Rifiuto, perché rifiuto la spiegazione che è stata data"

Vietato parlare di antifascismo in biblioteca. A prendere questa decisione è il sindaco leghista di Pompiano (Brescia), Giancarlo Comincini, che ha negato la presentazione in biblioteca del libro “Il cuore nero della città” del giornalista 28enne Federico Gervasoni, da un anno sotto sorveglianza per le minacce di morte subite a seguito della pubblicazione dell’opera.

In una lettera indirizzata a Sara Acerbis, capogruppo consiliare di minoranza, organizzatrice dell’evento, il primo cittadino ha scritto: “Ritengo opportuno “lasciar fuori” la politica dalla biblioteca, luogo di cultura e non di credo politico”.

Parole che hanno sorpreso in primis Gervasoni: “Io faccio il giornalista, il mio libro è sull’antifascismo ed è un libro che non ha opinioni: da persona che da sempre è abituata a dialogare con i leghisti, mi sarei aspettato una risposta diversa. Quando hai una risposta del genere c’è qualcosa che non va: l’antifascismo è un principio della Costituzione. Se rifiuti il fatto che si possa discutere di antifascismo in biblioteca non ho parole. Probabilmente il libro non l’hanno neanche letto”.

In queste ore Gervasoni è finito suo malgrado di nuovo al centro della polemica, ricevendo insulti e minacce per la sua posizione: “Non ho mai detto che il sindaco è fascista. Semplicemente però trattandosi di un libro scomodo sono convinto che dia fastidio a qualcuno perché la risposta del primo cittadino non è molto piacevole. Mi hanno rifiutato una data che non ho organizzato e sono diventato la vittima di nuovo di insulti e minacce. Vengo spesso associato ai centri sociali quando in realtà sono solo un antifascista convinto che ha fatto il lavoro da cronista andando a conoscere da vicino anche CasaPound per raccontarla”.

Gervasoni ricostruisce la vicenda: “Ero stato in un paese vicino, la Acerbis era venuta a sentirmi e così mi ha contattato per organizzare la presentazione. Quando mi ha chiesto dove preferivo farla ho risposto che io vado sempre nelle biblioteche. Nel 90% dei casi sono andato in biblioteche di Comuni della Lega, di Destra o di Sinistra senza problemi. Io non sono un politico ho buoni rapporti con tutti. Stasera sono ad Adro amministrato dalla Lega”.

A Gervasoni è stata negata la biblioteca ma non annullata la presentazione: “Mi viene concessa una sala riunioni che rifiuto perché non sono d’accordo con la spiegazione con la quale mi viene negata la biblioteca. Se qualcuno pensa che fare antifascismo sia fare politica, si sbaglia. Siamo in un momento storico in cui io vivo sotto sorveglianza a 28 anni per le minacce di morte; Liliana Segre e Paolo Berizzi sono sotto scorta. Quando scrivi di fascismo non è semplice, soprattutto a Brescia”.