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Ex Ilva, rissa tra Di Maio e Salvini: “I sovranisti sono col Paese o camerieri di multinazionali?”. “Questi cretini difendano i posti di lavoro”

Il capo dei Cinquestelle ai leghisti: "Arrivati al paradosso che la multinazionale fa leva sui sovranisti per piegare la volontà dello Stato". E il segretario del Carroccio replica: "Imbarazzante, lui ha fatto governo tra Berlino e Bruxelles"

Salvini e la Lega? “Camerieri delle multinazionali travestiti da sovranisti“. Perché sull’ex Ilva “in questi giorni ci sarà da far rispettare la sovranità dello Stato”. E invece i leghisti come hanno reagito alle azioni di ArcelorMittal? Salvini ha risposto: reintrodurre subito l’immunità. “Una resa senza condizioni: tra un po’ gli portano anche la scorzetta di limone”. Insomma: “Siamo arrivati al paradosso che la multinazionale fa leva sui sovranisti per piegare la volontà dello Stato”. L’attacco al segretario del Carroccio è firmato dal capo politico del M5s Luigi Di Maio, alleato di governo di Salvini fino a tre mesi fa. Con un post su facebook, dopo un silenzio di attesa di 24 ore, il ministro degli Esteri scrive che in queste ore in cui ci sarà da “rispettare la sovranità dello Stato” (stesso concetto espresso ieri anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte) a poterlo fare saranno solo “le persone di buon senso. Unite e tutte dalla stessa parte, quella della città di Taranto, dei suoi cittadini e dei suoi lavoratori. Il Movimento 5 Stelle ci sarà”.

La risposta di Salvini arriva durante un’iniziativa di campagna elettorale a Bologna: “Sentir parlare Di Maio di sovranità è imbarazzante. Diano una risposta ai lavoratori” dice. C’è da difendere la sovranità? “Dissero coloro che hanno fatto nascere il governo fra Berlino, Parigi e Bruxelles. Sono gli ultimi che possono parlare. A me interessano le decine di migliaia di posti di lavoro in ballo. Questi cretini dovrebbero pensarci. La Lega è pronta: se portano qualcosa di intelligente in aula, noi glielo sosteniamo”.

Il capo M5s insiste parlando di “battaglia per la sovranità dello Stato italiano”. “Se una multinazionale ha firmato un impegno con lo Stato – sottolinea – lo Stato deve farsi rispettare, chiedendo il rispetto dei patti e facendosi risarcire i danni“.

Di Maio quindi riprende l’appello all’unità del Paese già lanciato tra ieri e oggi dal capo del governo e dal ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli. “Tutte le forze politiche di governo supportino l’azione del presidente Conte, che già ieri ha smascherato il primo bluff, portando Mittal ad ammettere che avrebbero licenziato comunque 5mila dipendenti, anche con la reintroduzione del cosiddetto scudo penale. Mi rivolgo, come ha fatto Patuanelli, anche alle opposizioni ed in particolare a chi si definisce sovranista, perché proprio la loro posizione è controversa“.