Motori 2.0

Fca-Psa, Tavares guiderà la nuova società. In una simile impresa serve un uomo solo al comando

di Carblogger

E così Carlos Tavares guiderà la nuova società fra Fiat Chrysler e la sua Psa (Peugeot-Citroen-DS-Opel). Questa è la vera buona notizia di una fusione che, come in tutte le fusioni di qualsiasi settore, non sarà a costo zero per chi ci lavora al di là delle rassicuranti, precipitose e dunque sospette dichiarazioni.

Serve un uomo solo al comando per una simile impresa, un po’ come sono stati Sergio Marchionne e Carlos Ghosn, con tutto ciò che ne può conseguire anche negativamente. E Tavares assomiglia a loro, tranne fisicamente – nella sua magrezza contro due rotondità.

Un giudizio in breve? Accordo win-win, direbbero gli americani: Fiat Chrysler porta in dote l’America da cui ricava il 93% dei suoi profitti, il resto è Psa, con la possibilità di riempire insieme le fabbriche in Cina di Dongfeng, partner di Psa (Fca potrebbe abbandonare il suo), che adesso girano quasi a vuoto. Peraltro sono ora guidate su scelta di Tavares da un italiano, Massimo Roserba, che conosce bene Fiat Chrysler dopo essere stato direttore marketing di Fca in Cina e poi rientrato in Italia nell’Alfa Romeo dei famosi “capannoni” di Marchionne.

Torno a Tavares, alla vera notizia. E’ un asceta dell’automobile: non solo corre in proprio, ma va a collaudare le nuove auto di Psa facendo sudare i propri ingegneri, come mi raccontò con gli occhi al cielo uno di loro alla vigilia di un test a Sochaux. Un mani(a)co al volante.

Tavares ha salvato Psa dal baratro nel 2014 come Marchionne ha fatto con Fiat dal 2004, ha fuso la Opel con successo come Marchionne la Chrysler (cosa ovviamente più complessa). E ancora come Marchionne, ha sempre detto a voce alta di considerare l’elettrificazione una minaccia per i margini, salvo investire giusto in tempo su questa innovazione, al contrario del manager italiano.

I due divergevano su una fusione Fca-Psa. Tavares lo ha raccontato in un recente incontro a Londra di analisti di Bernstein di quanto gli diceva Marchionne “molti anni fa” e di non aver mai capito il perché: “Non siamo i partner giusti (not the appropriate)”. Divergevano anche sullo stile di lavoro: Sergio non conosceva tempo libero, né lo dava agli altri. Carlos ogni sera alle 18 va a casa perché – sostiene – la famiglia è importante. Chissà se domani riuscirà a farlo ancora.

Di fusione Fca-Psa si era detto e scritto con insistenza in almeno due occasioni recenti, nel 2016 e nel 2017. Ma nonostante un vecchio e redditizio accordo industriale fra i due gruppi sui commerciali, grazie anche ai rapporti fra la famiglia Peugeot e la famiglia Agnelli, John Elkann aveva scartato provando a mettersi nelle braccia di Renault. Mossa che aveva un senso. E Tavares cosa ha fatto? Si è seduto sul fiume ad aspettare che passasse il cadavere del suo nemico, tipica posizione maoista. Elkann è rimasto a piedi con Renault e la corrente lo ha portato inesorabilmente a valle.

E’ l’ultima chiamata per Fca. Dopo almeno quattro anni (ricordate le avances di Marchionne alla Gm di Barra?) di ricerca pubblica e affannosa di un partner. Un the end non si nega a nessuno.

@carblogger_it