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Russiagate, giudice ordina al Dipartimento di giustizia la consegna alla Camera del rapporto Mueller senza omissis

Le commissioni della Camera che conducono l’inchiesta sull'impeachment hanno emesso dei mandati per interrogare tre dirigenti dell’amministrazione

Un giudice federale ha deciso che il Dipartimento di giustizia deve consegnare alla Camera entro il 30 ottobre tutte le parti del rapporto del procuratore speciale Robert Mueller sul Russiagate che sono state coperte da omissis sulla base delle restrizioni del gran giurì o di altre restrizioni. Una vittoria per i democratici nel loro sforzo di accertare se Donald Trump ha ostruito o meno l’indagine. Ma non solo: le commissioni della Camera che conducono l’inchiesta sull’impeachment hanno emesso dei mandati per interrogare tre dirigenti dell’amministrazione Trump. Si tratta di Russ Vought, direttore ad interim per il bilancio, Michael Duffey, alto funzionario dell’Office of Management and Budget, e T. Ulrich Brechbuhl, legale del dipartimento di Stato. Tutti e tre si erano rifiutati di testimoniare volontariamente. Si prevede che dovranno rispondere se erano a conoscenza della decisione di Trump di bloccare gli aiuti militari a Kiev legandoli all’apertura di indagini contro i Biden.

Intanto la controinchiesta voluta dall’amministrazione Trump sulle origini del Russiagate, che ha coinvolto anche l’Italia, sfocia in un’indagine penale e rischia di diventare, come paventano i dem, uno “strumento di vendetta politica del presidente“, in contrapposizione all’indagine di impeachment contro il tycoon per l’Ucrainagate. Il salto di qualità da indagine amministrativa a ‘criminal investigation’ darà più poteri a John Durham, il procuratore federale che sta indagando da maggio sotto la supervisione del ministro della Giustizia William Barr: ora potrà emettere mandati per acquisire testimonianze e documenti, convocare un grand giurì e formulare incriminazioni.

La mossa arriva dopo che Fox News, la tv conservatrice vicina a Trump, ha rivelato che l’indagine di Durham “si è allargata sulla base di nuove prove scoperte durante il suo recente viaggio con Barr a Roma”, dove i due hanno incontrato i dirigenti dell’intelligence italiana. Quest’ultima ha però smentito di aver consegnato prove, compresi i cellulari BlackBerry di Joseph Mifsud, il docente maltese della Link University di Roma di cui si sono perse le tracce e che per primo rivelò alla campagna di Trump il possesso da parte dei russi di materiale compromettente su Hillary Clinton, inducendo poi l’Fbi ad aprire l’indagine sul Russiagate. Indagine che Trump e i suoi alleati ritengono una “caccia alle streghe“, un complotto tramato dall’amministrazione Obama con la complicità di qualche servizio occidentale, nonostante le diverse conclusioni del procuratore speciale Robert Mueller.