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Manovra, Renzi e M5s all’attacco. Blog delle Stelle: ‘Su pos e partite Iva non c’è intesa, serve vertice’. Conte: ‘Ridurre commissioni’

Di Maio ha riunito i ministri del M5s. Poi il post: "Senza di noi non si va da nessuna parte. La lotta all'evasione parta dai pesci grossi, no all'accanimento sui commercianti. Se mancano risorse prenderle dalle concessioni. Ma abbiamo fiducia in Conte". Intanto il leader di Italia viva annuncia battaglia contro "microbalzelli come la sugar tax o le imposte sulla casa". Il premier da Bruxelles: "Aliquota del 15% per chi guadagna 65mila euro vi sembra perseguitare la categoria?". E difende la scelta di non cancellare quota 100: "E' un pilastro della manovra e tutti lo hanno accettato". Pd: "Un ultimatum al giorno...". Ministro Gualtieri: "Manovra non cambia, contrasti fisiologici"

Italia viva e Movimento 5 Stelle all’attacco della manovra e in difesa delle partite Iva. La tensione sale nel giorno in cui Giuseppe Conte è a Bruxelles per il Consiglio Ue. Il premier dalle pagine di Repubblica, Stampa e Messaggero annuncia un progetto per ridurre l’Irpef sui redditi sotto i 28mila euro. Ma le due forze di maggioranza alzano la posta. Matteo Renzi attacca quota 100 e cerca la sponda del Movimento per cambiare i contenuti più indigesti, dalla stretta su flat tax e regime forfettario per le partite Iva ai nuovi “balzelli” sulla casa e sulle bibite zuccherate. E i pentastellati, dopo una riunione a Chigi con Luigi Di Maio, pubblicano sul blog delle Stelle un lungo post intitolato Siamo sempre dalla parte dei cittadini che ricorda come “senza il voto del MoVimento 5 Stelle non si va da nessuna parte“. Segue la richiesta di “iniziare dai pesci grossi”. Tradotto: “Carcere ai grandi evasori e non accanimento sui commercianti“, i “professionisti” e le “partite Iva”, a cui il Movimento fa sapere che “non permetterà che l’inutile bersaglio mediatico della lotta all’evasione siate di nuovo voi”. In serata è intervenuto anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha gettato acqua sul fuoco, sostenendo che “l’impianto della manovra non cambia e non cambierà: i contrasti in un governo di coalizione sono fisiologici, è normale che in un governo di coalizione ognuno voglia farsi sentire”. Poi ha aggiunto: “Noi ascoltiamo tutti e ragioneremo su tutti i dettagli della manovra che nel suo indirizzo è stata già decisa e approvata”.

Nel post del M5s, però, si dicono anche altre cose. L’abbassamento del tetto al contante e la multa per chi non ha installato il pos vengono infatti definiti “segnale culturale devastante” visto che nel frattempo “nel governo stiamo ancora cercando l’intesa sul carcere e la confisca per i grandi evasori, cioè per coloro che evadono più di 100.000 euro“. Su questi punti l’M5s – che in ogni caso ribadisce “massima fiducia nel presidente Giuseppe Conte” e lo ringrazia per aver difeso quota 100 – chiede che si trovi la quadra in un nuovo vertice di maggioranza. Italia viva si dice pronta ad accogliere l’invito: “Aspettiamo la convocazione”. “Un ultimatum al giorno toglie il governo di torno”, commenta su Twitter Dario Franceschini, capo delegazione Pd al governo. E il segretario del Pd Nicola Zingaretti rilancia il tweet. Ma fonti M5s negano che di ultimatum o “minacce” si tratti: “Il presidente Conte ha tutta la nostra fiducia e siamo sicuri che la nostra posizione verrà presa in considerazione da tutti. Ribadiamo il massimo sostegno all’azione di governo”.

Blog delle Stelle: “No alla lotta all’evasione mettendo nel mirino commercianti e professionisti”
Secondo il post sul Blog delle Stelle “l’inserimento di queste misure non solo non fa recuperare risorse, ma addirittura rischia di porre questo Governo nello stesso atteggiamento di quelli del passato, che pensavano di fare la lotta all’evasione mettendo nel mirino commercianti, professionisti e imprenditori“. “In passato”, continua il messaggio, “abbiamo sempre assistito ad uno Stato forte con i deboli e debole con i forti, che preferiva accanirsi su commercianti, artigiani, parrucchieri, elettricisti, invece di andare a rompere le scatole ai colossi finanziari, alle multinazionali, ai GRANDI EVASORI che nascondono centinaia di migliaia di euro ogni anno nei paradisi fiscali“. Dunque, è il messaggio, serve una svolta: “Come si può pensare di obbligare il titolare di una piccola attività familiare ad avere il pos se poi le commissioni delle banche restano altissime? Per noi può esserci l’obbligo del pos se si azzerano le commissioni sulle transazioni elettroniche. Come lo stesso limite del contante, non ci vede contrari ma bisogna mettere in condizione tutti di poter usare una carta di credito”.

Non manca la presa di posizione a sostegno delle partite Iva: “Noi siamo d’accordissimo ad abbassare il cuneo fiscale. Ma che senso ha farlo, dando 40 o 50 euro in più al mese in busta paga ai lavoratori dipendenti, se poi i soldi li andiamo a prendere dalle partite Iva che si spezzano la schiena giorno e notte, senza una garanzia dallo Stato, senza un giorno di malattia assicurato, senza un sistema di welfare che li sorregge?”. Il post si chiude con una proposta: “Se dovessero mancare delle risorse, visto che per noi non si possono recuperare alzando le tasse alle partite IVA, siamo pronti a metterci al tavolo e proporre nuove coperture, come ad esempio un maggior gettito dai concessionari autostradali“.

Conte: “Andremo ad azzerare o ridurre sensibilmente le commissioni”
Conte, a margine del Consiglio Europeo, replica che su commercianti e artigiani non c’è alcun accanimento e annuncia che “ragionevolmente, andremo ad azzerare o a ridurre sensibilmente le commissioni” sui pagamenti digitali. Inoltre “chi parteciperà a questa più diffusa modalità di pagamento avrà degli incentivi, un superbonus. A fine anno avranno da 200 euro in su a seconda delle spese cumulate per questa via”. L’ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, fa sapere che la banca è disposta a rivedere i termini sulle commissioni per le piccole transazioni cashless, quelle fra i 10 e i 20 euro, che rappresentano il 25% delle operazioni senza contante.

Il premier ha difeso anche il tetto al contante: “Portare la soglia del contante da 3mila a 2mila euro non mi sembra un messaggio di criminalizzazione di qualcuno, non stiamo svantaggiando nessuno”. Poi ha sottolineato come “alcune stime accreditano un’economia sommersa sino a 100 miliardi, una cifra pazzesca. Io non dico si possa recuperare tutto, ma anche una parte vuol dire realizzare promesse concrete per far pagare meno tasse a tutti i cittadini“. Conte ha quindi ribadito che “due sono le possibilità. Criminalizzare o incentivare, affinché l’economia sommersa possa emergere. Abbiamo scelto la seconda strada“.

Renzi: “No a microbalzelli e complicazioni per le partite Iva”
Matteo Renzi dal canto suo ha annunciato per prima cosa “un emendamento per cancellare Quota 100 e dare quei soldi alle famiglie e agli stipendi”, anche se “temo sarà solo una battaglia di testimonianza visti i numeri”. Ma poi ha anticipato i temi che saranno al centro della battaglia vera: i “microbalzelli come la sugar tax o le imposte sulla casa” e “il desiderio di complicare la vita alle partite Iva“. Su questo “ci faremo sentire”.

“Quota cento c’è, è un pilastro della manovra”, ha replicato Conte, ricordando che “tutti lo hanno accettato“. Per questo il premier, pur riconoscendo che “c’è un iter parlamentare e dobbiamo rispettare le opinioni”, ha sottolineato il suo auspicio che “questa manovra mantenga la sua coerenza intrinseca” e che quindi sia coerente anche la maggioranza che l’ha approvata. Quanto ai paletti antiabuso della flat tax, “in un sistema come il nostro che ha un fisco inefficiente e iniquo tanto che richiede una riforma più complessiva, tenere un’aliquota del 15% per coloro che guadagnano 65mila euro vi sembra perseguitare la categoria? Il 15% è una soglia molto bassa, abbassarla di più mi sembrerebbe iniqua per le altre categorie”, ha replicato Conte alle accuse di “complicare la vita alle partite Iva”.

La sponda M5s-Italia viva
“Sono certo che anche altre forze della maggioranza bloccheranno questi inutili microbalzelli”, ha detto Renzi nel suo attacco. I balzelli in effetti non piacciono nemmeno ai 5 Stelle. Non a caso giovedì la viceministra al Tesoro Laura Castelli, durante un Focus sulla Manovra con Il Sole 24 Ore Radiocor, ha espresso riserve sul progetto di ritorno al calcolo analitico al posto della forfettizzazione dei costi per le partite Iva che hanno scelto la flat tax, dicendo che “è una proposta del ministro Gualtieri, di cui si discuterà in maggioranza”. Quella proposta però è già cristallizzata nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles martedì notte.

La diversità di vedute rispetto al Pd è quindi alla luce del sole. Come le assonanze tra M5s e Italia viva. Maria Elena Boschi a L’Aria che Tira su La7 si dice “d’accordo con Di Maio, sembra strano a dirsi ma sul tema delle tasse ci troviamo in sintonia, sono troppe“. Quanto all’anticipo pensionistico caro alla Lega, che il governo giallorosso ha deciso di non toccare lasciando che la sperimentazione arrivi alla sua fine naturale nel 2021, Renzi presentando nella sua e news il programma della Leopolda che inizia sabato a Firenze annuncia: “Domattina partiamo con la presentazione del Family Act, con Elena Bonetti. E spiegheremo perché secondo noi quella misura, che investe 20 miliardi in tre anni guardando solo ai pensionandi, è ingiusta: quei soldi dovrebbero andare ai giovani, alle coppie, alle famiglie, agli stipendi e ai servizi. Noi voteremo un emendamento per cancellare Quota 100 e dare quei soldi alle famiglie e agli stipendi: vediamo che cosa faranno gli altri“. Ma su questo punto i 5 Stelle non lo seguono e ringraziano il premier per aver difeso la misura.