Economia

Manovra, Gualtieri: “Patto degli onesti? Anche per le banche: ridurre commissioni bancomat. Iva? Diverse ipotesi, ma effetto sarà riduzione”

Il ministro dell’Economia, ospite a Mezz'ora in più su Rai3, presenta i contorni di quello che sarà presente nella Nota di aggiornamento al Def: una manovra da "30 miliardi" che consenta "una piccola espansione", con un deficit che sarà "una saggia via di mezzo" tra il 2 e il 2,4%. Un "grande fondo di investimenti per una politica verde" e poi il nodo dell'Iva da intrecciare con la lotta all'evasione fiscale. Niente tagli a scuola e sanità, confermati reddito e quota 100, annunciato un primo intervento di "riduzione del cuneo fiscale"

Una manovra da “30 miliardi di euro” che consenta “una piccola espansione“, con un deficit che sarà “una saggia via di mezzo” tra il 2,4% dichiarato lo scorso anno e il 2,04% effettivamente concesso dall’Ue. Con il nodo più spinoso che rimane ancora quello dell’Iva: “Esistono varie ipotesi allo studio che in ogni caso, soprattutto attraverso l’effetto di incentivi ai pagamenti elettronici, produrrebbero una riduzione“. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ospite a Mezz’ora in più su Rai3, presenta i contorni di quello che sarà presente nella Nota di aggiornamento al Def che domani, lunedì 30 settembre, il Consiglio dei ministri dovrà approvare e poi inviare a Bruxelles. Gualtieri annuncia il progetto di un “grande fondo di investimenti per una politica verde attiva”, spiega che non ci saranno tagli a scuola e sanità, che reddito di cittadinanza e quota 100 non verranno toccati. E promette un primo intervento di “riduzione del cuneo fiscale“. Ma va anche al cuore del “patto degli onesti” annunciato dal premier Giuseppe Conte per combattere l’evasione fiscale: “È un patto che riguarda tutti, anche le banche“, puntualizza Gualtieri. Trasformare l’Italia in “un Paese all’avanguardia” nei pagamenti elettronici “richiede comportamenti virtuosi anche dal sistema finanziario“, prosegue il ministro, che annuncia un lavoro per “alzare la soglia zero commissioni e ridurre in modo consistente quelle per gli esercenti” quando si paga con il bancomat.

Il deficit “una saggia via di mezzo” – Mettere a punto la prossima manovra sarà “un compito impegnativo: per trovare la quadra bisogna utilizzare al massimo gli spazi di flessibilità che esistono” nel Patto di stabilità e crescita, esordisce Gualtieri. “Abbiamo il conto del Papeete che ci è stato lasciato da pagare. Dobbiamo farlo in modo equilibrato, puntando alla crescita”, aggiunge il ministro. Che sulla flessibilità da chiedere a Bruxelles chiarisce subito: “Forse è meglio non dichiarare il 2,4% di deficit e poi fare il 2,04% e nel frattempo avere un’impennata dello spread. E’ preferibile collocarsi meglio dall’inizio per non avere turbative. E’ una saggia via di mezzo che noi percorreremo”. L’Italia punta a chiedere all’Ue un deficiti al 2,2/2,3% del Pil, per ottenere un margine di flessibilità che alla fine potrebbe essere intorno al 2,1 per cento.

Green New Deal: “Faremo fondo di investimenti” – Nella legge di bilancio “vogliamo essere molto ambiziosi e affrontare i grandi nodi strutturali e grandi sfide come quella del mutamento climatico. Dobbiamo essere seri su questo, pensando alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni. La componente Green new deal è un grande pilastro, molto profondo e molto radicale per questo governo”, precisa Gualtieri. Il governo pensa quindi di dare vita “da subito” a un “grande fondo di investimenti per una politica verde attiva”. E, annuncia il ministro, “ci batteremo per lo scorporo degli investimenti green” in Europa. “Il concetto di sostenibilità – continua – non riguarda solo l’aspetto ambientale ma anche la sostenibilità sociale: l’Europa ha un grande bisogno di infrastrutture sociali. In questo rientra il piano sugli asili nido: non solo la riduzione o azzeramento delle rette per i redditi medio bassi ma anche la costruzione di nuovi asili nido. Queste sono infrastrutture sociali”.

L’Iva: “Varie ipotesi allo studio, anche rimodulazione” – “Nell’atto di nascita del governo c’è una sfida molto ambiziosa, che vogliamo onorare. Il governo precedente aveva previsto un aumento dell’Iva di 23 miliardi: sarebbe negativo per l’economia e per i consumi e dobbiamo intervenire per evitarlo“, premette Gualtieri prima di affrontare il tema Iva. Il cantiere è ancora aperto: “Il governo non ha presentato nessun piano, ci stiamo lavorando e l’orizzonte non è la Nadef ma la manovra vera e propria e inviterei tutti alla calma. Stiamo lavorando a varie opzioni. Esistono varie ipotesi allo studio che in ogni caso, soprattutto attraverso l’effetto di incentivi ai pagamenti elettronici, produrrebbe riduzione dell’Iva non aumento: questo può essere fatto attraverso rimodulazione selettiva o altri meccanismi”, spiega il ministro. L’ipotesi che va per la maggiore è quella di tenere ferma l’aliquota al 22% e rivedere le attuali aliquote agevolate, rialzando quella del 10%. Una misura che già agita la maggioranza, a partire dai renziani, pronti a dare battaglia. Gualtieri invita alla prudenza e spiega che una possibile strada prevede una riduzione dell’Iva per i beni di maggiore consumo, mentre l’aliquota verrebbe alzata in quei settori dove c’è “maggiore evasione”, ma solo per chi usa il contante.

Lotta all’evasione: il patto degli onesti anche con le banche – In questo senso, Gualtieri sottolinea che l’Italia è un Paese “che usa poco i pagamenti elettronici: è antistorico e anche costoso l’uso eccessivo del contante. Bisogna aiutare a migrare verso i pagamenti elettronici” anche per contrastare l’evasione. “Quella dell’evasione è una cifra enorme immorale, inaccettabile e che non possiamo permetterci”. La “sfida” di evitare l’aumento dell’Iva con la prossima manovra, aggiunge quindi il ministro, “può essere più facilmente affrontata se c’è un meccanismo che punti a sterilizzare l’aumento ma ci consenta anche di affrontare una grande sacca di inefficienza” rappresentata dall’evasione fiscale. “Se teniamo conto che sono stimati 107 miliardi l’anno di evasione fiscale che se anche in parte venissero recuperati consentirebbero misure degne di un Paese civile, un governo che vuole impostare una crescita virtuosa del Paese non può non affrontare questa questione”. “C’è un costo molto alto per i piccoli esercenti” nella transazione elettronica mentre con le banche “i grandi riescono a contrattare una commissione molto bassa: è giusto alzare in modo consistente la soglia zero commissioni e anche ridurre in modo altrettanto consistente la commissioni per gli esercenti che non hanno potere”, dice il ministro dell’Economia, ribadendo che “naturalmente” c’è già un dialogo aperto con le banche. “Vogliamo far transitare l’Italia da paese fanalino coda nei pagamenti elettronici a paese all’avanguardia” in questo settore, sottolinea.