Diritti

La bisessualità non è avidità né confusione. Ecco perché serve una giornata per celebrarla

di Margherita Cavallaro

Oggi è la giornata per l’orgoglio bisessuale e già mi vedo la gente che legge le notizie su Facebook chiedersi se ce ne sia davvero bisogno: d’altro canto la B di Lgbt+ sta proprio per bisessuale e, quindi, l’orgoglio bisessuale è anche celebrato durante il mese del Pride. Beh, in realta sì: semplicemente perché, che ci crediate o no, i bisessuali si ritrovano spesso ad essere discriminati sia negli ambienti eterosessuali che in quelli omosessuali (lo so che noi gay sembriamo magici esseri perfetti, ricchi di stile, fascino e magia, ma siamo umani come tutti e anche tra di noi ci sono gli stronzi).

Questo perché spesso la bisessualità viene considerata come uno stato di confusione o di “avidità”. In altre parole, i bisessuali vengono visti come qualcuno che ancora non ha deciso se ordinare pizza ai quattro formaggi o bistecca al sangue, o che ha deciso che mangerà una pizza ai quattro formaggi con una bistecca al sangue sopra. Ovviamente non è concepibile che a qualcuno piaccia sia la pizza sia la bistecca e magari possa decidere di mangiare una o l’altra a seconda di cosa sia più buono al ristorante!

Questi preconcetti, che appaiono evidentemente stupidi se applicati ad altri ambiti, nascono dal fatto che c’è ancora gente che crede che non essere eterosessuale sia una scelta. Per la miliardesima volta: non è così. Nessuno sceglie di essere attratto da qualcosa o qualcuno, succede e basta ed è una cosa che tutti gli eterosessuali troveranno evidente pensando semplicemente a questo: di solito vi innamorate di – o siete anche solo attratti da – chiunque abbia un apparato riproduttivo diverso dal vostro? No? Ecco. Stesso principio, solo che le persone bisessuali possono essere attratte sia da uomini che da donne.

Non vuol dire che devono fare sesso con entrambi, ma che possono essere attratti da entrambi. Se una ragazza bisessuale rimane tutta la vita felicemente con il fidanzatino del liceo non solo non c’è niente di male, ma questo non annulla l’identità bisessuale della suddetta ragazza. Se non siete d’accordo allora dovreste anche pensare che nessuna suora al mondo sia eterosessuale, dato che le suore non possono fare sesso con gli uomini (tranne quelle tipo monaca di Monza che fanno le scappatine segrete e poi si rendono complici degli omicidi del proprio amante).

Tornando ora alla metafora alimentare, nello specifico del mondo omosessuale i preconcetti verso i bisessuali possono prendere la sfumatura del “in realtà sai di volere la bistecca, ma siccome hai sempre preso la pizza e la società ti dice che ti deve piacere la pizza, allora continui a volerla mangiare”. Qui cominciano i guai, perché in certi casi questo è vero. Parlando personalmente, io ho attraversato una fase in cui mi definivo bisessuale perché non riuscivo più a ignorare la mia attrazione per le donne e, al tempo stesso, non riuscivo a conciliarla con il fatto che per tutta la vita ero stata con uomini perché semplicemente era quello che si doveva fare.

Chiariamo però una cosa: io bisessuale non lo sono e non lo sono stata mai, così come non sono mai stata etero anche se mi comportavo come tale. Queste fasi di “transizione” succedono e non c’è niente di male, ma da qui nasce la confusione. Allacciatevi le cinture perché sto per rivelare una cosa sconvolgente: la nostra propria esperienza personale, validissima e fondamentale per noi, non è oro colato e verità assoluta per le vite degli altri. Il fatto che alcune persone passino attraverso una fase in cui cercano di riconciliare il proprio essere non vuol dire che le persone bisessuali non esistano o siano tutte omosessuali ancora troppo spaventati.

Questo però, spesso, di contro mette i bisessuali in una situazione dove non possono vincere, perché si sentono addosso la pressione di dover scegliere e quindi rinunciare ad una parte della loro sessualità, oppure accettare che il non scegliere sia una loro colpa. La conseguenza è che alcuni bisessuali non facciano mai coming out come bisessuali e mantengano circoli separati giocando a Dr. Etero e Mr. Gay. Va da sé che questa cosa non sia particolarmente sana. Come ciliegina sulla torta mettiamoci che alcune persone possano storcere il naso al pensiero di una relazione con una persona bisessuale per paura che le difficoltà nel costruire una famiglia omogenitoriale potrebbero portare il partner nel futuro a rompere per mettersi alla ricerca di un partner eterosessuale, con cui la vita sarebbe socialmente molto più semplice.

Spesso la gente pensa che i bisessuali abbiano la vita migliore con più pesci nel mare, ma la realtà è che spesso l’omosessualità è più riconosciuta e accettata della bisessualità.

Spero di aver mostrato quanto serva una giornata per l’orgoglio bisessuale, perché i bisessuali troppo spesso sono messi in discussione, ignorati, e obbligati a identificarsi in qualcosa che non sono per colpa, in gran parte, di una società che è ancora lontana dal permettere alle persone di accettarsi in tutte le sfumature della natura ed esperienza umana.