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Usa, Colt sospende la produzione di fucili AR-15 destinati a civili. Sono le armi delle stragi di massa: da Orlando a Parkland

Lo si legge sul New York Times. L'azienda parla di una decisione di tipo economico, ma potrebbe essere un risultato della pressione a opera dell'opinione pubblica, che invita i colossi dell'industria bellica a intervenire contro gli episodi di violenza

C’è un’arma che più di tutte ha lasciato il segno nelle stragi americane, colpendo a Las Vegas, a Orlando, a Parkland. Da ora in avanti, riporta il New York Times, non sarà più così: la Colt, storica azienda statunitense che dal 1855 produce pistole e armi da fuoco leggere, ha deciso di sospendere la produzione dei fucili AR-15 per il mercato civile, per concentrarsi solo sui contratti con l’esercito e le forze dell’ordine.

Lo ha annunciato con una dichiarazione la stessa azienda: “Negli ultimi anni, il mercato dei fucili sportivi moderni ha registrato un notevole eccesso di capacità produttiva”, ha detto Dennis Veilleux, amministratore delegato dell’azienda. “Riteniamo che vi sia una fornitura adeguata per i fucili sportivi moderni per il prossimo futuro”. La storica produttrice di armi ha comunque sottolineato di essere rimasta “legata al secondo emendamento” della Costituzione americana, che sancisce il diritto dei cittadini a detenere armi.

La notizia che Colt avrebbe interrotto la produzione di fucili era trapelata la settimana scorsa sul blog The Truth About Guns, e poco dopo l’azienda aveva comunicato “un netto calo della vendita di fucili” a Shooting Illustrated, una pubblicazione della National Rifle Association. “Noi ascoltiamo i nostri clienti”, aveva detto il direttore dell’azienda, Paul Spitale.

Una decisione di tipo economico, secondo Colt, ma che potrebbe anche nascondere un cedimento alla pressione dell’opinione pubblica. Gli sforzi per spingere il business delle armi a intervenire per frenare gli episodi di violenza, infatti, sono in aumento. Dopo la recente sparatoria di El Paso, per esempio, la catena di supermercati Walmart ha detto che avrebbe smesso di vendere munizioni potenzialmente utilizzabili in attacchi con fucili d’assalto.

“Le stragi di massa stanno, con probabilità, rendendo l’azienda un po’ più brand-sensitive” afferma Timothy D. Lytton, esperto in gun industry della Georgia State University “Forse in Colt avvertono una pressione che altri fabbricatori di armi in altre parti del Paese non sentono”. Ricorda inoltre come la sede dell’azienda si trovi a Hartford, Connecticut: non lontano dalla Sandy Hook Elementary School, dove nel 2012 si svolse una sparatoria. Tuttavia, Lytton non è convinto che la scelta di interrompere la vendita di fucili AR-15 sia sufficiente ad arginare il problema: “È improbabile che la decisione di Colt renda più difficile per gli acquirenti mettere le mani su potenti armi semiautomatiche. Se c’è un mercato che le chiede, sono sicuro che ci saranno altre compagnie capaci di fornirle”.