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Renzi, Crepet: “È inascoltabile e incoerente, mi fa paura”. E accusa politica e media: “Questo Paese è vergognoso, ormai non voto più”

Durissima invettiva dello psichiatra Paolo Crepet contro la politica italiana e i media, nel corso della trasmissione Coffee Break, su La7.
Il conduttore Andrea Pancani gli chiede un commento su una sintesi-video incentrata sul curriculum politico di Renzi. Crepet è implacabile: “E’ inascoltabile. Fa paura. Fa paura un’Italia in cui il lunedì si dice una cosa e il martedì un’altra. L’autorevolezza che la politica dovrebbe avere si basa sulla coerenza. Le idee le cambiano coloro che non le hanno“.

E accusa la stampa, citando le olgettine di Berlusconi e il caso Diciotti: “Io penso che l’Italia si svegli con altri problemi. Abbiamo parlato per 20 anni di signorine, poi abbiamo parlato di 44 bambini sui quali siamo stati a discutere se dargli l’acqua o no. Questa è una vergogna. Questo è un Paese che fa vergogna. E adesso ci si domanda se Renzi è andato o meno a cena con quello o quell’altro. E mamma mia, un po’ di serietà. Uno rimpiange Mariano Rumor (politico democristiano, ndr). Mai nella vita avrei pensato di rimpiangere Rumor“.

Crepet poi rivela di non votare per protesta e si dichiara fiero della sua scelta: “Penso che il voto sia un premio a una politica e a una leadership. Non avendo un premio da dare, me lo tengo in frigorifero per la prossima occasione. Quando ero ragazzo, mi tappavo il naso. Ora mi sono stufato di tapparmi il naso, perché sono grande e quindi non me lo tappo più. Quando ci sarà qualcuno che fine farà Alitalia, che fine farà il treno Napoli-Bari, che fine farà la Tav, che non è quella della Val di Susa, ma quella che mi porta a Trieste in 3 ore e mezza, sperando di non essere già morto, allora gli darò il voto. Ma queste cariatidi – conclude – io non le voterò mai, perché queste loro camarille non mi interessano e non fanno parte della mia cultura. Io ogni giorno mi alzo e lavoro. Faccio delle cose. Tutte le sere tiro una riga e vedo che cosa ho fatto. E sono stufo di queste chiacchiere da bar“.