Scuola

L’Aquila, Action aid organizza presidio per la visita di Mattarella: “Nemmeno una scuola ricostruita, agire immediatamente”

L'associazione ha ringraziato il presidente per la presenza nel giorno dell'inaugurazione dell'anno scolastico ma ha richiamato alla realtà: a dieci anni dal terremoto, nemmeno un istituto è stato ricostruito e 6mila studenti fanno scuola nei moduli provvisori, invecchiati e sempre meno sicuri

“A dieci anni dal sisma avremmo voluto ospitare il presidente della Repubblica in una vera e propria scuola invece qui non ne è stata ricostruita nemmeno una”. A parlare è Sara Vegni di Action Aid che oggi, in occasione della visita di Sergio Mattarella e del neo ministro Lorenzo Fioramonti all’Aquila con circa mille studenti in rappresentanza di 350 istituti di tutta Italia, ha organizzato un presidio. “Siamo qui per ringraziare il Presidente Mattarella che ha scelto l’Aquila per inaugurare l’anno scolastico ma chiediamo che seguano dei passi molto concreti. Nessuna delle scuole che hanno avuto danni a causa del sisma è stata ricostruita. Per due è il cantiere è in corso, per altre due c’è una fase di progettazione ma in tutto sono 19 gli edifici da rifare. Oltre 6mila ragazzi sono costretti ad andare a scuola nei moduli ad uso scolastico provvisori. Queste strutture che sono per loro natura provvisorie non possono sostituire le scuole”.

Action Aid punta il dito contro le scelte politiche fatte in questi anni: “All’Aquila c’è stata una responsabilità alla base. Non è stata data la priorità alla ricostruzione pubblica, ovvero i beni comuni. Nella nostra città è partita, anche velocemente, la ricostruzione privata delle case ma sulla ricostruzione pubblica siamo al palo. Siamo stati in Emilia a confrontarci con chi ha subito altrettanto un terremoto e lì c’è stata una scelta specifica: prima le scuole, poi il lavoro, poi le case. Nei vari anni sono cambiate le norme che hanno complicato la ricostruzione. Serve una task force di personale che possa affiancare quello dell’Aquila perché si possa risolvere questa situazione”.

I cittadini raccolti in presidio hanno voluto ricordare che se a 10 anni dal sisma e con decine di milioni di euro a disposizione delle istituzioni non c’è nemmeno una scuola ricostruita, ci sono precise responsabilità politiche e amministrative di chi della ricostruzione pubblica e delle scuole in particolare non ha voluto fare una priorità per il territorio. “Ora chiediamo che la ricostruzione pubblica diventi una priorità e siano dedicate immediatamente risorse certe, competenti e continuative”, dice ancora Sara Vegni. Una situazione che Silvia Frezza conosce bene: maestra del musp “Gianni Rodari”, anche lei oggi era in piazza per incontrare il presidente e denunciare la situazione: “Far vivere i ragazzi nei moduli provvisori è mancare loro di rispetto, meritano una scuola nuova, antisismica e dignitosa. Dicono che i musp sono brutti ma sicuri ma oggi sono sempre meno anche sicuri: ci sono colonne che si staccano, infiltrazioni, rigurgiti di fogna. Sono scatole di latta. I genitori non vogliono più accontentarsi. Ci hanno promesso un tavolo di concertazione attorno a cui siederanno istituzioni e comitati cittadini. Saremo garanti di ulteriori risorse che arriveranno all’Aquila e monitoreremo il loro uso”.