Politica

La scelta del M5s? O con le canaglie o con i fighetti. Io non avrei dubbi

Martedì 3 settembre si decide il destino del MoVimento: o di qui o di là, o con il Pd o con la Lega. Io davvero non so cosa augurarmi: il Conte 2, la vendetta, o la ripresa dell’incubo salviniano. Oltretutto, vedo le cose da lontano, perché da autentico radical chic mi trovo in Francia, con Internet che va e che viene, senza giornali italiani e con una tv francese che non parlerebbe dell’Italia neppure se sprofondasse nel Mediterraneo. La situazione ideale per non farsi distrarre dai dettagli e andare dritto all’essenziale.

Ho letto anch’io il post di Grillo, come tutti, e ho capito solo che non ne può più di Di Maio, il mostro che ha creato, ma non può dirlo. Così, mi torna in mente l’unica volta che l’ho incontrato, Di Maio. È stato a Trieste, alla conclusione della campagna per un altro referendum decisivo, quello per il no al referendum di Renzi. Ero stato l’unico docente dell’università di Trieste a fare campagna per il no e i Cinquestelle, bontà loro, mi hanno persino fatto dire due parole.

Ma ero ipnotizzato da questo tipino vestito da prima comunione che rispondeva a macchinetta alle domande dei militanti. Alla fine gli ho chiesto cosa faceva a cena, per poterlo studiare più da vicino. Mi rispose che aveva già un appuntamento con Gianluigi Paragone e aggiunse: “È stato bello sinché è durato”. Evidentemente, mi considerava uno dei tanti che volevano salire sul carro del vincitore: senza neppure considerare la possibilità che la mia specialità fosse scendere, dai carri.

Allora Di Maio aveva già scelto la Lega: proprio come oggi, fra Conte e Salvini, ha già scelto Salvini, per lo sperimentato rapporto sadomaso. E pensare che un tempo erano ecologisti, libertari e anti-casta, e che fra loro potevano esserci persino Pizzarotti, Paolo Putti, Dario Fo… Poi sono arrivati i normalizzatori, i piccoloborghesi incravattati come Giggino, capaci di insegnarla loro, a Salvini, la barzelletta dei taxi del mare.

Ecco, se proprio devo dirla tutta, mi auguro anch’io, come Grillo, che i mostri creati in laboratorio spariscano: ma questo è davvero tutto. Spero solo che non continui questo mantra bambinesco del né-destra-né-sinistra, né-carne-né-pesce, e che scelgano cosa fare da grandi. Ovvero: litigare ogni giorno con il Pd o diventare una corrente di minoranza della Lega. Stare con i fighetti alla Obama, Macron, Franceschini, oppure con le canaglie alla Trump, Salvini, Bolsonaro. Io naturalmente non avrei dubbi, ma mi hanno fabbricato in un altro laboratorio.