Società

Firenze schiacciata dal turismo di massa: “Il centro è stato stravolto, i commerci tradizionali ormai si contano sulle dita delle mani”

La salumeria di Leonardo Terziani, 40 anni, si trova a poche centinaia di metri da Piazza della Signoria, a Firenze. Un negozio a conduzione familiare da due generazioni. Leonardo e la sua famiglia hanno visto cambiare Via Della Spada, dove lavorano, rimanendo una delle poche attività di vicinato del centro, in una strada che ospita un gran numero di appartamenti turistici. “Il turismo ha cambiato il volto della città completamente. Un cambiamento epocale che ho vissuto negli ultimi vent’anni”, spiega Leonardo indicando i vari commerci che hanno chiuso al lato della salumeria. “Il centro è stato stravolto, come attività tradizionale penso di essere rimasto uno dei pochi, ci contiamo sulle dita delle mani”.

A poche centinaia di metri dalla salumeria di Leonardo Terziani si trova la mesticheria di Lucio Tondo, 53 anni, che chiuderà a fine agosto. Il nuovo proprietario la trasformerà in una gelateria o in un’attività legata alla ristorazione. “È tutto dedicato al cibo lungo questa strada e ciò che si trova al piano superiore è dedicato al dormire. Tutto per turisti“, racconta Lucio, nato a 50 metri dal suo negozio aperto nel 1974 dai genitori. “Stanno scomparendo i residenti e così scompaiono anche le attività di vicinato”, dice.

Il turismo è quello dei grandi numeri a Firenze, spesso difficili da quantificare, in una città di 380mila abitanti. Nel 2018, ci sono stati 10 milioni di pernottamenti in strutture ufficiali secondo la Città Metropolitana. “Le stime dell’Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana (IRPET) ci dicono che oltre la metà delle presenze però sfuggono ai dati ufficiali”, spiega Grazia Galli, di Progetto Firenze, organizzazione cittadina che vuole aprire un dibattito sul turismo. “Secondo le stime però si sono raggiunte le 25 milioni di presenze, tenendo conto anche dei pernottamenti in locazioni non censite, come quelle prenotate online, e di altrettanti turisti e turiste giornalieri che arrivano in autobus, treno o spostandosi dai comuni limitrofi”.

Continua a crescere il numero degli affittacamere che sta cambiando il centro storico della città. Nel primo trimestre dell’anno sono stati scelti da 90mila persone, secondo i dati della Città Metropolitana che tengono conto, però, solo degli alloggi registrati. “Negli ultimi 10 anni c’è stato un proliferare degli affitti turistici. Le locazioni non ufficiali, come gli Airbnb, sono passati da 3mila nel 2014, agli oltre 11mila del 2018. Con la nuova legge sul turismo cominciano a essere censite ma adesso non abbiamo ancora dei numeri ufficiali”, continua Grazia Galli. Lanciando anche in Italia una discussione che viene portata avanti nelle città europee come Barcellona, dove i movimenti sociali si oppongono da anni alla gentrificazione, Galli ha raccolto i dati sull’overtourism a Firenze, visto dalle persone residenti nel centro storico, nel libro-inchiesta in uscita “La filosofia del trolley” di cui è co-autrice insieme a Massimo Lensi. “Ormai oltre il 70 per cento degli annunci per affitto di immobili residenziali è a uso turistico – conclude Grazia – Da una nostra ricerca, che abbiamo provato a fare sulle principali piattaforme, la percentuale è di 10 locazioni turistiche per 1 annuncio di affitto abitativo nel centro storico”.

Ola Guza, 28 anni, è arrivata a Firenze 10 anni fa per studiare economia all’Università. Vive in una zona periferica della città, vicino alla ditta di spedizioni dove lavora. In 10 anni ha visto cambiare il mercato immobiliare della città. “In questo momento c’è poca offerta di case in affitto, questo crea difficoltà a trovare un posto adatto a ciascuna persona – spiega Ola – Quando ero una studentessa era più semplice. Ma negli ultimi anni si è ridotta l’offerta di alloggi in affitto, non soltanto nella zona più centrale ma anche in zone residenziali fuori dal centro storico”.

Il turismo riveste un ruolo importante nell’economia cittadina, tanto da essere un settore dove sono stati stipulati oltre 7mila contratti lavorativi standard a Firenze nell’ultimo decennio, secondo IRPET. “Anche per Firenze il turismo è stato il volano dell’economia dopo la crisi. Sono scomparse tutte le aziende di avanguardia che esistevano. In molte situazioni il turismo è l’unica cosa che c’è”, spiega Carlo Nocentini, gestore di due bed and breakfast e di quattro appartamenti turistici nel centro storico, affacciati sull’entrata della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella di Firenze. L’affitto turistico di un bilocale nel centro storico può costare tra i 400 e i 700 euro a settimana.

“All’inizio la sharing economy era molto usata dai fiorentini, ma ormai, come ci dicono i dati di Inside Airbnb è gestita da multiproprietari, soprattutto grossi immobiliaristi – conclude Grazia Galli – Il turismo ha permesso di sopravvivere dopo la crisi economica però da allora è diventato praticamente l’economia dominante. Oggi contribuisce anche per il 15-20 per cento al PIL di Firenze, ma anche una grossa industria che consuma la città”.