Cinema

Venezia 2019, il graphic novelist Igort in concorso alle Giornate degli Autori

“Il cinema è adesso”. Mutuando la chiusa della puntuale presentazione di Giona A. Nazzaro, delegato generale della 34ma Settimana Internazionale della Critica, si comprende la direttrice seguita dalle due sezioni autonome e parallele della prossima Mostra veneziana: da una parte, appunto, quella ideata e organizzata dal SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani) dedicata agli esordi, dall’altra le Giornate degli Autori, guidata da Giorgio Gosetti e giunta alla sua 16ma edizione.

Entrambe ricche di voci da ogni angolo del pianeta tutte diversamente impegnate a tentare nuovi linguaggi cinematografici se non a ibridarne creativamente gli esistenti, le due vetrine dimostrano la voglia e la volontà di restare ancorate a un presente tutto da (ri)visitare, (re)interpretare e naturalmente da (re)immaginare in vista di futuri diversi, auspicabilmente migliori. E questo perché, come avverte ancora Nazzaro “purtroppo, il mondo non è il cinema. E chiunque oggi voglia (continuare a) confrontarsi con le immagini in movimento non può che chiedersi in che mondo desidera vivere. I segni inquietanti che si intravedevano all’orizzonte quando abbiamo iniziato quest’avventura, sono diventati il nostro minaccioso quotidiano. O si prova a essere parte della soluzione–anche nel nostro lavoro quotidiano – o si è parte del problema. Quindi, inevitabilmente, quale cinema oggi? Un cinema che ripudi la nostalgia. In grado di pensare il presente per immaginare il futuro. Il cinema è un’invenzione senza futuro solo se non saprà vivere nel qui e ora della Storia”.

Fatte le dovute premesse, i “contenuti” dei prestigiosi “contenitori” veneziani presentano sulla carta opere ed eventi che stimolano la curiosità del nuovo (riferendosi soprattutto ai debutti) quando non tornano su autrici ed autori che da loro sono stati accompagnati in carriera, senza trascurare alcuni nomi noti a platee più vaste.

È il caso del popolare graphic novelist Igort che cimentandosi con la Settima Arte esordisce adattando il proprio fumetto 5 è il numero perfetto, in concorso alle Giornate degli Autori. Interpretato da un cast di grido (Toni Servillo, Valeria Golino, Carlo Buccirosso e Iaia Forte) il film ci porta nella Napoli anni Settanta, teatro d’azione del camorrista in pensione Peppino Lo Cicero (Servillo) deciso a tornare in pista dopo l’uccisione del figlio.

Ma l’opera di Igort non è – prevedibilmente – l’unica a battere bandiera tricolore anche se è l’unica concorrente delle Giornate: ad affiancarla è Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani con Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese, il corto Il prigioniero di Federico Olivetti con Sabrina Impacciatore, il doc Scherza con i fanti di Gianfranco Pannone, il doc Mondo Sexy di Mario Sesti (tutti inseriti come Eventi speciali) e ancora La legge degli spazi bianchi di Mauro Caputo tratto dall’omonimo racconto di Giorgio Pressburger fra le Notti veneziane.

Ponendo in apertura  il nuovo film del tedesco Dominik Moll, a cavallo fra l’autorialità e il genere, e in chiusura il doc “unico nel suo genere” Les Chevaux Voyageurs del “re dei cavalli” Bartabas, le Giornate degli Autori sembrano trovare nel mondo animale (curiosamente i due titoli sono faunistici..) la metafora di un oggi raccontabile solo nelle sue pieghe di un’umanità fuori dal comune: stregoni del Laos, psicanaliste tunisine, traghettatori giapponesi e immigrate filippine transgender, sono loro i “punti di vista” più sorprendenti del concorso internazionale di quest’anno che certamente non lascerà indifferenti.

Quanto alla Settimana della Critica, accortissima alle contraddizioni del presente si diceva, l’Italia è presente al concorso fra i sette esordi con Tony Driver del barese Ascanio Petrini: si tratta del curiosissimo racconto di un pugliese emigrato negli anni ‘60 negli States dove ha lavorato per anni come tassista ma anche, segretamente, come trasportatore di migranti illegali dal Messico. La sua storia, fra la commedia surreale e il documentario di denuncia, appare emblematica rispetto alla linea editoriale scelta dai selezionatori per quest’annata.