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Tfr allo Stato, Confindustria: “Tassa occulta”. La Cgil: “Roma inizi a pensare a come restituire i soldi”

Il segretario confederale del sindacato, Roberto Ghiselli: "Non c’è dubbio che da una fase di progressivo accumulo, per diverse ragioni passeremo ad una fase opposta nella quale le richieste di utilizzo saranno superiori ai versamenti, e si porrà pertanto un problema aggiuntivo in termini di contabilità nazionale"

Sottrarre liquidità alle imprese non è mai considerata una buona prassi in Confindustria, soprattutto, “se le risorse vengono utilizzate per finanziare la spesa corrente e non, come si sarebbe dovuto fare, per investimenti, a vantaggio dell’occupazione e della crescita”, sottolineano da Viale dell’Astronomia per bocca del  Direttore dell’Area Lavoro e Welfare Pierangelo Albini a proposito dell’utilizzo del Tfr dei lavoratori privati da parte dello Stato. Pur rendendo merito agli aspetti positivi della riforma della previdenza complementare nel suo complesso, si ricorda che nel Memorandum con le parti sociali del 2006, il governo “si era impegnato a riesaminare nel 2008 l’obbligo del conferimento del Tfr al fondo di tesoreria” e che “la legge di Bilancio del 2010 consentiva, seppur in parte, l’impiego di questi fondi per le spese correnti e i vari governi ne hanno approfittato. E, così, risulta difficile smentire la Corte dei Conti, quando scrive che si tratta ormai di un prelievo fiscale indiretto”.

Analogamente la Cgil ricorda di aver “più volte posto ai diversi governi il tema di impiegare il Fondo in questione e parte dei Fondi negoziali di previdenza integrativa nel sostenere l’economia reale e gli investimenti in infrastrutture, anche sociali e ambientali, su questo stiamo ancora lavorando ma non abbiamo mai avuto interlocutori disponibili”, spiega il segretario confederale e vicepresidente di Assofondipensione, Roberto Ghiselli. Non solo: “Non c’è dubbio che i 34 miliardi del Fondo di tesoreria siano di fatto un debito per lo Stato. Per fortuna le richieste di liquidazione del Tfr saranno comunque graduate nel tempo, ma non c’è dubbio che da una fase di progressivo accumulo, per diverse ragioni passeremo ad una fase opposta nella quale le richieste di utilizzo saranno superiori ai versamenti, e si porrà pertanto un problema aggiuntivo in termini di contabilità nazionale a cui sarebbe saggio pensare sin d’ora come farvi fronte. Ma in Italia una politica che abbia uno sguardo che vada oltre le prossime elezioni l’abbiamo incontrata in rare occasioni”.