Società

Gli italiani che detesto

La vita non mi ha mai convinto del tutto, c’è qualcosa che non mi quadra. Anni fa vidi a un incrocio un uomo con la bocca spalancata, pensai che stesse sbadigliando, invece era una paralisi: uno sbadiglio di pietra. Questa è una delle tante cose che non mi convincono, ma ci sono altre cose che mi piacciono molto: Mozart e le tartine con burro e salmone. Quindi vado avanti, vivo, anche se non del tutto persuaso. Poveri salmoni, del resto.

Afflitto dai miei tormenti esistenziali, tra un aperitivo e l’altro, mi diverto a fare l’elenco di ciò che detesto, in particolare degli italiani che detesto, “cameriere, un altro Negroni, grazie”: detesto gli italiani che dicono “prima gli italiani”, preferisco i canguri australiani a questo tipo di gente; detesto quelli che mi dicono “vai a zappare la terra”, con tutto il rispetto che ho per i contadini, non ci penso nemmeno a zappare la terra, preferisco di gran lunga stare sdraiato sul divano a sognare, sogno canguri australiani che dicono: “prima i canguri australiani”. Adoro i canguri, sono la dimostrazione vivente che la frase “natura non facit saltus” è una frase non veritiera, falsa e fuorviante.

Detesto quelle coppiette che ti invitano a casa ma prima ti fanno togliere le scarpe, se mi hai invitato devi accettare il sacrificio di avere un ospite, devi lasciarti “sporcare” dall’ospite, altrimenti resta pure con la tua casa pulita ma non invitare nessuno, cristo! E se avessi i calzini bucati? Potrei accettarlo solo in Giappone e a casa di un cinefilo innamorato di Ozu.

Detesto gli italiani che non hanno mai tempo da perdere, che si lamentano dell’eccessiva lunghezza di una fila alle Poste, ma lo volete capire o no che vivere è una “perdita di tempo”? Vivere è proprio questo: perdere tempo tutti assieme, se ci pensate bene sono solo i morti che non hanno più tempo da perdere; detesto tutti quelli che dicono “lei non sa chi sono io!”, a me capita di chiedere agli altri: “Scusate, sapete dirmi chi sono?”, è molto più bello e più sano avere un rapporto dubitativo con se stessi.

Detesto poi in sommo grado quelli che dicono: “Io non ho niente contro gli omosessuali, basta che non mi stiano dietro le spalle”. Se fossi gay, sarei sempre gentile e direi al mio amante occasionale: “Scusi le spalle”; detesto quelli che ti fanno le corna quando sono in macchina e pensano che avere le corna sia una brutta cosa! Io lo prendo sempre come un complimento, significa che ho una donna viva e desiderosa, ma non riesco mai a farlo capire agli automobilisti dispensatori di corna, e questo mi fa arrabbiare, non sanno forse che la fedeltà è l’emblema della noia?

Come è possibile continuare a vivere in mezzo a questi italiani detestabili? Ma quelli che proprio non sopporto sono quelli che affermano: bisogna sempre pensare con la propria testa! Ma come? Tu, tu, italiano detestabile, sei così presuntuoso da affidarti alla tua testa? Al mondo ci sono stati Cartesio e Spinoza, Pascal e Archimede, e tu sei così demente da volere pensare con la tua misera testa? Pensa con la loro! Studia! Approfondisci il mistero dell’essere! Dio mio, verrebbe voglia di fuggire dall’Italia! Per non parlare di quelli che vogliono essere amati per quello che sono, ma vi siete visti? Accontentatevi di essere amati per un malinteso!

Che brutta gente c’è in giro: nazionalisti, omofobi, egoisti che fanno dello zerbino di casa il proprio spazio vitale e mentale! Apritevi al fascino del canguro australiano, fate il salto! C’è ancora tanto tempo da perdere, coltivate una pigrizia sorridente, e siate così folli da essere felici.

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