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Autostrade, Conte: “Tragedia Morandi non si può oscurare”. Di Maio: “Entro 14 agosto revoca concessioni a Benetton”

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, chiede di limitare gli scontri tra governo e un'azienda quotata in Borsa come Atlantia, ma il presidente del Consiglio ha dichiarato che la vicenda del Polcevera ha creato un precedente che non può essere ignorato. E Salvini: "Spero che la bufera sia passata, la società è una risorsa di questo Paese". I sindacati: "Risolva le crisi aziendali, la smetta di parlare di aziende sane"

Il presidente di ConfindustriaVincenzo Boccia, chiede di limitare le polemiche, lo stesso invito arriva dai sindacati, ma Luigi Di Maio replica e rincara la dose. Va avanti lo scontro tra il ministero dello Sviluppo Economico e Atlantia, il gruppo proprietario di Autostrade per l’Italia. Boccia dichiara che “in merito a società quotate e non solo servirebbe una valutazione più a freddo del linguaggio da usare. Proprio per questo non abbiamo intenzione di elevare la polemica con il governo e speriamo che prevalga sempre di più il buon senso e la visione di futuro, ricordando che dietro queste imprese ci sono lavoratori e famiglie”. E Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti chiedono lo stop a “dichiarazioni che rischiano di danneggiare la stabilità di una delle poche aziende solide del Paese”. Il ministro Di Maio, aggiungono, “si occupi invece di risolvere le centinaia di crisi aziendali già in atto, per salvaguardare economia ed occupazione del Paese, come ad esempio Alitalia, che da oltre due anni è in amministrazione straordinaria”.

Da Osaka, a margine dei colloqui con i leader del G20, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lancia però un messaggio chiaro, collegando la discussione alla vicenda del Ponte Morandi: “Di fronte a una tragedia così significativa questo governo ha assunto pubblicamente una posizione. Si tratta di una tragedia che non può essere oscurata, non possiamo far finta di niente” per “rispetto ai morti e ai loro familiari”, ha detto. Questo “ci ha portato ad avviare una procedura di contestazione alla società concessionaria per quanto accaduto.  Il grave inadempimento è un fatto oggettivo“. E Di Maio aggiunge: “Il crollo è colpa della mancata manutenzione di Autostrade, entro il 14 agosto serve la revoca delle concessioni ai Benetton”. 

Il Capo del governo risponde direttamente alle affermazioni del presidente di Confindustria, che già giovedì aveva lo aveva invitato ad essere chiaro sui dossier delicati: “Gli investitori devono sapere che se la società ha fatto un errore non è che fuggono perché il Governo assume conseguentemente una determinazione per contestare gravi adempimenti, se fuggono gli investitori… questa è veramente una boutade a cui non rispondo”.

Poi spiega che il governo “ha fatto le sue contestazioni e per poter garantire la massima trasparenza abbiamo costituito presso il Mit una commissione di esperti che sta completando il suo lavoro, all’esito di questo parere il governo si assumerà le sue responsabilità”. Alla domanda riguardante un suo possibile ruolo di mediatore nell’operazione Atlantia-Alitalia, alla luce delle divergenze emerse ieri fra Lega e M5s, il Capo del governo ricorda che “come presidente del Consiglio tutti i dossier passano da me e presso la presidenza avviene la sintesi politica con il pieno coinvolgimento dei ministri competenti”.

Ma il vicepremier del Movimento 5 Stelle attacca nuovamente l’azienda: il crollo del ponte Morandi “è stata una pagina tristissima della nostra storia e grazie all’abbattimento ora possiamo costruire – ha detto in un video su Facebook – Ma soprattutto dobbiamo fare giustizia. Quelle persone che sono morte sono morte perché qualcuno non ha fatto manutenzione per questo ponte. E quel qualcuno sono Autostrade per l’Italia della famiglia Benetton, inutile che si dica Atlantia per non capire di chi stiamo parlando. Sono la famiglia Benetton”. Poi annuncia: “Se il 14 agosto il governo vuole andare a commemorare le vittime del ponte Morandi, ci deve andare con la procedura di revoca delle concessioni almeno avviata. Questa è una volontà politica del M5s e lo deve essere del governo”. 

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, assume una posizione in contrasto con quella del vicepremier pentastellato, augurandosi che “sia passata la bufera, una cosa è chiedere che chi ha sbagliato paghi, un conto è tirare in ballo lavoratori e risparmiatori che non c’entrano nulla. Non confondo responsabilità dei vertici con un attacco generalizzato a un’azienda che è una risorsa di questo Paese. Se Atlantia ha i requisiti per entrare in Alitalia perché dovrei dire di no? Altro affare sono le questioni penali, legali e giudiziarie. Chi ha sbagliato a Genova e chi ha sulla coscienza le vittime del Ponte Morandi pagherà. Ma io faccio il ministro, non il giudice, se una società vuole unirsi a un’altra chi sono io per dire no”.

Ma Di Maio gli risponde direttamente su Facebook: “Non c’entra nulla il lavoro, perché se anche Autostrade perdesse le concessioni, i dipendenti avrebbero un passaggio ad altri cantieri e passerebbero all’ente che deve gestire le autostrade, che sia statale o un altro privato. Il tema non è il lavoro, non la buttiamo in caciara“. Tutto collegato, perché gli attacchi di Di Maio erano iniziati giovedì, a Porta a Porta, quando aveva annunciato il no ad Atlantia in Alitalia perché in caso di revoca delle concessioni, la holding sarebbe stata “decotta”. Una posizione diametralmente opposta a quella della Lega, che è invece favorevole all’ingresso come socio: “Su Alitalia sto riparando ai disastri del governo Lega-Berlusconi del 2008. Con Matteo Salvini lavoriamo bene, ma mi dispiace quando perde la memoria. Stiamo lavorando per mettere a posto il disastro dei capitani coraggiosi del 2008 che vide 4 miliardi di euro dei cittadini italiani all’interno di quell’azienda che, ora, è messa peggio di prima. Magari si riuscisse con i tweet e con i talk show. Avrei risolto tutti e 180 i tavoli che abbiamo trovato al Mise”.

Ed è a quelli che mirano i sindacati, bollando come “senza senso” le parole di Di Maio su Atlantia: “Procurare con dichiarazioni senza senso la crisi di una grande azienda come Atlantia, finanziariamente e industrialmente sana, quotata in Borsa e certamente non decotta – scrivono i sindacati del settore trasporti, con un comunicato unitario – equivale anche a mettere a repentaglio le condizioni di migliaia di lavoratrici e lavoratori che quotidianamente vi operano con grande professionalità, assicurando la circolazione a milioni di auto e camion, da Nord a Sud del Paese”.

L’attenzione del ministro e l’azione del governo, dicono, “andrebbero piuttosto riposte sulle concessioni autostradali nel loro insieme, per migliorarne la rete ed il sistema complessivo, rendendole più sicure, efficienti e meglio collegate ai territori e al resto delle infrastrutture del Paese, assicurando la qualità del lavoro e la continuità dell’occupazione dei lavoratori. Ora ci aspettiamo che responsabilmente il Governo ritiri quanto dichiarato, per ristabilire tranquillità ai mercati e stabilità ad Atlantia, e lasci ai magistrati il compito innanzitutto di accertare e poi punire i responsabili della tragedia del Ponte Morandi”.