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Fca-Renault, riaperto il dossier della fusione. Allo studio la riduzione della quota dello Stato

L'altra condizione di cui si discute è un ridimensionamento del 43% ora detenuto da Renault in Nissan, il partner giapponese che si era messo di traverso ma avrà bisogno del voto dei francesi per varare la riforma della governance all'assemblea convocata il 25 giugno. L'ad di Fca Mike Manley è stato a Parigi nei giorni scorsi per nuovi colloqui

Qualche giorno dopo il ritiro dell’offerta di matrimonio con Renault da parte di Fca, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire aveva osservato: “La fusione con Fca resta una bella opportunità, perché dà accesso al mercato americano e perché dà a Fca accesso alle tecnologie elettriche di cui ha bisogno”. Ora secondo Il Sole 24 Ore, che conferma anticipazioni riportate da Reuters e dal Corriere nei giorni scorsi, la trattativa tra i due gruppi si è riaperta. L’ad di Fca Mike Manley è stato a Parigi nei giorni scorsi per nuovi colloqui. Le condizioni, stando al quotidiano di Confindustria, sono la disponibilità dello Stato francese a ridurre progressivamente il proprio peso azionario nel gruppo – di cui ora ha il 15% – e probabilmente un ridimensionamento del 43% ora detenuto da Renault in Nissan.

L’avversione del partner giapponese all’alleanza con Fca è stata tra i fattori che hanno fatto saltare l’accordo, oltre – secondo Il Sole – l’opposizione di Peugeot che è anch’essa partecipata al 15% da Parigi e non vedeva di buon occhio la nascita di un campione europeo e terzo gruppo automobilistico al mondo in casa sua. La situazione potrebbe cambiare se il numero uno di Nissan, Hiroko Saikawa, non venisse riconfermato alla prossima assemblea generale degli azionisti del costruttore nipponico, prevista per il 25 giugno. Durante la quale si voterà anche una riforma della governance che prevede tra l’altro la costituzione di 3 comitati (nomine, audit e remunerazioni) e punta a voltare pagina dopo l’arresto dell’ex presidente Carlos Ghosn, accusato di illeciti finanziari dalla giustizia giapponese. Una settimana fa il Financial Times ha pubblicato una lettera scritta dal presidente del marchio francese, Jean-Dominique Senard, in cui annunciava che i suoi rappresentanti si sarebbero astenuti, bloccando la riforma perché diventerebbe impossibile raggiungere la maggioranza dei due terzi necessaria per l’approvazione.

Un cambio al vertice di Nissan potrebbe rimescolare le carte, sottolinea Il Sole, e avere riflessi immediati sui negoziati tra Fca e Renault. Il governo francese dal canto aveva già confermato la disponibilità a ridurre la quota di Renault in Nissan allo scopo di allentare le tensioni tra il costruttore francese e quello nipponico. “Se dobbiamo ridurre la quota di Renault in Nissan per avere una governance migliore – più efficiente e che prende decisioni più veloci – siamo aperti a farlo”, ha detto Le Maire. Mercoledì scorso poi Senard in assemblea ha definito il progetto di fusione “eccezionale“: “Era la prima volta – ha detto agli azionisti – che c’era la possibilità di creare un campione europeo, in un momento in cui le persone continuano a lamentarsi che non esiste alcun esempio di questo tipo nel Vecchio Continente. Sarebbe stato un esempio perfetto per la Francia, per la Renault e l’Europa per dimostrare che possiamo fare qualcosa insieme”.