Diritti

Roma Pride, organizzatori: “Siamo 700mila”. Famiglie arcobaleno: “Per noi genitori chiediamo doveri, non diritti”

Corteo Lgbt nella capitale per il "25° Pride in Italia dal primo pride lanciato da Arcigay nel 1994", ricorda il presidente di Arcigay Fabrizio Marrazzo. Goretti (Famiglie arcobaleno) attacca il governo: "C'è la volontà di cancellarci"

Settecentomila. Per gli organizzatori sono questi i partecipanti del Roma Pride, che oggi ha inondato le strade della Capitale. Quello di oggi è stato “il 25° Pride in Italia dal primo pride lanciato da Arcigay nel 1994 ed il 50° Pride dal primo di New York del 1968. In Italia quest’anno ci saranno oltre 40 Pride“, ha detto Fabrizio Marrazzo, portavoce Gay Center e portavoce Lazio Pride, che ricorda come “ogni anno oltre 20mila persone che chiamano il servizio di Gay Help Line sono vittime di omofobia“. Presente al corteo anche il presidente delle Famiglie arcobaleno Gianfranco Goretti, che ha detto: “Noi non chiediamo diritti ma doveri. I nostri bambini non hanno riconoscimento, noi invece vogliamo essere inchiodati alle nostre responsabilità genitoriali”. Poi ha sottolineato la “volontà di cancellarci di questo governo“, dove “l’attacco alle famiglie arcobaleno è stato fin da subito, con il ministro Fontana, con il decreto sul ripristino di ‘mamma e papà’ sui documenti”. E anche Marrazzo ha sollecitato l’esecutivo di “portare in aula al più presto almeno la proposta di legge contro l’omofobia presentata dalla stessa maggioranza”.

I cartelli e gli striscioni lungo il corteo – Dal coro “odio la Lega” fino a un ‘santino‘ con una madonna in trono che schiaccia sotto il piede il volto del ministro dell’Interno. Su un cartello il vicepremier leghista è raffigurato truccatissimo, mentre su un carro il logo della Lega è tramutato in ‘Lega Pop – prima le italiane’. ‘L’omofobia è maschilismo‘ si legge su un manifesto, mentre c’è anche il carro del Muccassassina, con i suoi animatori scatenati in slip. Un carro è allestito a mò di nave, carica di ‘marinaretti’ e ‘marinarette’ che lanciano lustrini sulla folla. ‘Né Stato né Dio, ma un corpo mio’ recita un altro cartello, mentre il Vaticano è definito da un altro ‘Guantanamo mentale’.

Ovunque le bandierine arcobaleno, in particolare in mano a giovani e giovanissimi. ‘La mia libertà protegge la tua’, si legge in altri cartelli. C’è inoltre il carro di una notissima marca di automobili tedesca, che ha portato in piazza una microcar completamente ricoperta di lustrini, e quello dell’ambasciata britannica, con la Union Jack riproposta con i colori rainbow, un Big Ben e le effigi di David Bowie, Elton John, Freddie Mercury e Amy Winehouse, icone rock della comunità lgbt. È recentissimo l’episodio di violenza nei confronti di due ragazze lesbiche proprio nella città di Londra. Anche una compagnia aerea ha portato in piazza a Roma un camion giallo. Madrina della manifestazione quest’anno è Porpora Marcasciano, fondatrice del Mit, Movimento identità transessuale, volto storico del movimento italiano.