Cronaca

Reggio Calabria, i commissari della Asl: “Buco da 650 milioni di euro, necessario dichiarare il dissesto finanziario”

È quanto si legge nella delibera firmata giovedì dai commissari con la quale hanno proposto la gestione straordinaria dell’ente dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Ritengono accertato un buco di 400 milioni di euro a cui vanno aggiunti “decreti ingiuntivi, pignoramenti mobiliari e presso terzi” per circa 250 milioni di euro. Bilanci di previsione e di esercizio mai presentati dal 2013

Un buco in bilancio di “400 milioni” di euro a cui vanno aggiunti “decreti ingiuntivi, pignoramenti mobiliari e presso terzi” per “circa 250 milioni di euro”. Dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria è destinata al default. Le casse sono vuote e il dissesto finanziario “appare necessario nell’interesse dell’Asp al fine di evitare ulteriori penalizzanti aggravi debitori e riflessi sulla collettività in termini di servizi pubblici sanitari da erogare”.

È quanto si legge nella delibera firmata giovedì dai commissari Giovanni Meloni, Maria Carolina Ippolito e Domenico Giordano con la quale hanno proposto “di disporre la gestione straordinaria dell’ente”. Gli approfondimenti fatti dai commissari prefettizi “hanno confermato la grave situazione di irregolarità e di squilibrio del bilancio aziendale”. In sostanza non ci sono alternative al dissesto di un Asp dove i bilanci – che dovevano per legge essere fatti – erano in realtà un optional. “L’Asp di Reggio Calabria – si legge nella delibera – dall’annualità 2013 non ha approvato i bilanci preventivi e d’esercizio”. 

Come se non bastasse, “il processo di ricognizione del debito pregresso è stato avviato ma mai concluso” e questo ha fatto esplodere i contenziosi relativi ai crediti vantati dai fornitori che quando avviavano i pignoramenti non c’era nessuno che se ne occupava: “Il mancato governo dei pignoramenti presso il tesoriere, derivante dalla mancata regolarizzazione delle poste debitorie individuando a bilancio la risorsa di riferimento, segnalato dal collegio sindacale alla Corte dei conti, è pari a 400 milioni di euro circa”. 

Una giungla di numeri dove nessuno leggeva i verbali del collegio sindacale che avrebbe segnalato “il mancato approntamento dei bilanci dell’Asp” e la necessità di fronteggiare il contenzioso pendente con “appositi fondi rischi”. “Il dissesto dell’Asp di Reggio Calabria, già sciolta per infiltrazione mafiosa, rappresenta l’acme delle malversazioni e delle umiliazioni perpetrate ai danni del nostro territorio” è stato il commento del sindaco della città dello Stretto Giuseppe Falcomatà (Pd). “La triste storia dell’Azienda sanitaria – aggiunge – deve farci riflettere perché segna il fallimento di intere classi dirigenti, siano state esse manager indicati dalla politica oppure commissari inviati dai governi per provare a ricostruire dalla macerie. Hanno fallito tutti e tutti hanno contribuito al fallimento dell’azienda”.