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Paradisi fiscali, Ocse: “Dal 2018 scambiate informazioni su 47 milioni di conti offshore con 4.900 miliardi di euro”

I risultati dell’iniziativa internazionale di trasparenza fiscale a cui hanno aderito oltre 90 Paesi, tra cui Svizzera, Isole Cayman e Jersey. Secondo uno studio dell'organizzazione parigina lo scambio automatico ha permesso di ridurre del 20-25% i depositi bancari nei centri finanziari internazionali. Tra 2009 e 2019 la voluntary disclosure ha comportato oltre 95 miliardi di entrate supplementari per i paesi dell’Ocse e del G20

Gli accordi sullo scambio automatico di informazioni fiscali promossi dall’Ocse stanno iniziando a dare risultati. Dal 2018 i 90 Paesi che partecipano all’iniziativa internazionale di trasparenza fiscale – compresi Svizzera, Isole Cayman, Jersey, Monaco e Saint Lucia –  si sono scambiati informazioni su 47 milioni di conti offshore per un valore complessivo di circa 4,9 trilioni di euro. I numeri arrivano da uno studio presentato in occasione del meeting del G20 in Giappone, secondo cui lo scambio automatico ha permesso di ridurre del 20-25% i depositi bancari nei centri finanziari internazionali.

I depositi detenuti da società o individui in oltre 40 centri chiave erano aumentati notevolmente nel periodo 2000-2008, raggiungendo un picco di 1,6 trilioni di dollari a metà del 2008. Negli ultimi dieci anni invece sono diminuiti del 34%, con un calo di 551 miliardi di dollari, grazie all’adesione di molti Paesi a standard di trasparenza più rigorosi. “Gran parte di questo calo – sottolinea l’Ocse – è dovuto all’avvio dell’iniziativa di scambio automatico, che rappresenta circa i due terzi della diminuzione”.

Nel periodo tra il 2009 e il 2019 poi la voluntary disclosure dei conti offshore, delle attività e delle entrate finanziarie in vista della piena attuazione dell’iniziativa di scambio automatico ha comportato oltre 95 miliardi di euro di entrate supplementari (tasse, interessi e sanzioni) per i paesi dell’Ocse e del G20. La cifra è aumentata di 2 miliardi dall’ultima segnalazione del novembre 2018.

Secondo il segretario generale dell’Ocse Angel Gurria “la comunità internazionale ha introdotto un livello senza precedenti di trasparenza in materia fiscale, che porterà risultati concreti per le entrate e i servizi del governo negli anni a venire. Le iniziative di trasparenza che abbiamo progettato e implementato attraverso il G20 hanno portato alla luce un ampio pool di fondi offshore che ora possono essere tassati in modo efficace dalle autorità di tutto il mondo. L’analisi continua dell’attività finanziaria transfrontaliera sta già dimostrando quanto gli standard internazionali sullo scambio automatico di informazioni abbiano rafforzato l’adempimento fiscale, e ci aspettiamo di vedere risultati ancora più positivi andare avanti”. “Questi risultati impressionanti sono solo la prima valutazione dei nostri sforzi collettivi”, evidenzia ancora Gurria. “Sono previsti ancora maggiori introiti fiscali in quanto i paesi continuano a elaborare le informazioni ricevute attraverso l’abbinamento di dati e altri strumenti di indagine. Ci stiamo davvero avvicinando ad un mondo in cui non c’è nulla da nascondere”.