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Niger, ‘possibili attentati per la fine del Ramadan’. L’ambasciata francese avvisa ma non tutti

“Ambasciata di Francia nel Niger. A partire da oggi e fino alla settimana prossima, non è escluso che gruppi terroristi cerchino di profittare di questo tempo di festa per commettere azioni violente”. Il messaggio in questione arriva puntuale come la sabbia nel Sahel di Niamey. E’ lo stesso messaggio che, con sfumature distinte, si avvicenda una o più volte l’anno e di preferenza in queste circostanze. Martedì è la festa che chiude il mese del Ramadan iniziato il 5 maggio e che avrebbe potuto essere al digiuno di morti, feriti e spariti. Sappiamo non è stato proprio così e appena qualche giorno fa sono state prese in ostaggio alcune persone nei pressi di Diffa, nel profondo sud-est del Niger. La frontiera della normalità si sposta come quella europea di contrasto all’emigrazione nel Sahel, da Agadez scende senza darlo a vedere fino a Niamey. D’altra parte ci si abitua a tutto, così almeno si pensa, persino alle feste ‘armate’ come Un giorno di festa dove una vigilanza rafforzata è vivamente consigliata, ricorda con sobrietà il messaggio mail dell’Ambasciata. L’Aid el Fitr, in arabo, significa la festa delle rottura del mese di digiuno, il Ramadan.

Sono migliaia le scuole elementari dei poveri chiuse nelle zone rurali del Sahel. Centinaia le persone uccise e oltre 300mila i bambini che, solo nel Burkina Faso, hanno smesso di frequentare. Centinaia i maestri costretti all’inattività perchè, assieme a gruppi religiosi, bersaglio del salafismo armato che si estende in alcune arée del Sahel. Finchè a sparire e a morire saranno i poveri sotto il sole del Sahel nulla accadrà, I figli e le figlie dei grandi, invece, si trovano in città, in scuole molto private e con protezione garantita perfino contro gli scioperi. La doppia criminalità supposta salafista si declina contro i poveri e gli innocenti contadini da tempo abbandonati al loro destino dalle autorità politiche. Malgrado il Ramadan ‘armato’, c’è chi potrà festeggiare secondo le migliori tradizioni locali con i legumi e i condimenti, a prezzi maggiorati per la circostanza e con volatili di ogni natura. Congelati o di produzione locale sono parte insostituibile del menu della festa. Le donne e i bambini hanno diritto a vestiti nuovi di festa nelle boutiques pret-à porter o negli stand delle fiere adibite per l’occasione. Cordialmente, l’Ambasciata di Francia.

La ‘banalità del male’, di cui scriveva Hannah Arendt, a proposito del processo del nazista Eichmann a Gerusalemme, si riproduce a suo modo nel Sahel contemporaneo. La sola differenza che ci distingue da altre ‘banalità del male’, sta tutta nell’identità dei nostri morti e scomparsi, che è di sabbia. Scompare in fretta per risorgere da un’altra parte, da una comunità di fedeli musulmani a un’altra di fedeli cristiani. Croci, sepolture, terreni abbandonati, campi di sfollati e per profughi. La stessa interminabile litania di sofferenze che la sabbia custodisce con cura e conserva in cimiteri invisibili per gli occhi distratti dei potenti. Il messaggio di sicurezza è del 1/6/2019, rilasciato a Niamey dall’Ambasciata di Francia nel Niger. A partire dalla data e fino alla settimana prossima, non è escluso che gruppi terroristi cerchino di profittare di questo periodo di festa per commettere azioni violente. Si raccomanda una accresciuta vigilanza. Termina così il messaggio di sicurezza dell’Ambasciata che si rivolge alle signore e ai signori iscritti nella lista di diffusione diplomatica. Per i poveri non c’è nessun messaggio.

Niamey, 1 giugno 2019