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Basket, sindaco di Trieste fa il dito medio al giocatore sudanese di Cremona. E non si scusa: ‘Ho creato pressione e si è vinto’

Il sindaco Roberto Dipiazza (Forza Italia) a fine primo tempo di gara-3 dei quarti di playoff ha fatto un gestaggio a Mangok Mathiang, pivot della Vanoli Cremona, La vicenda è stata raccontata da La Provincia e Il Piccolo. Protesta il vicepresidente della Vanoli: "Gesto brutto". La società di casa: "Non vogliamo che da questa città parta un messaggio sbagliato". Lui sminuisce a Tele Quattro: "Ho fatto pressione psicologica, l'importante è aver vinto"

Fine secondo quarto di gara-3 dei quarti di finale dei playoff di Serie A tra Alma Trieste e Vanoli Cremona, i giocatori stanno rientrando negli spogliatoi quando uno spettatore si alza dal suo sediolino e rivolge il dito medio a un cestista avversario. Scene già viste, sui campi di ogni sport. Se non fosse che l’autore del gestaccio è il sindaco della città giuliana, Roberto Dipiazza, che guida l’amministrazione a capo di una giunta di centrodestra. La “vittima”, invece, è il pivot della squadra lombarda, Mangok Mathiang

La vicenda è stata raccontata dai due quotidiani locali, La Provincia e Il Piccolo. Anche perché da parte della Vanoli sono arrivate vibranti proteste. “Il pubblico di Trieste si è sempre dimostrato molto sportivo, ma nel primo tempo ho visto un gesto che proprio non è mi è piaciuto – ha raccontato il vicepresidente cremonese, Davide Borsatti – Parlo del sindaco Roberto Dipiazza che si è alzato dalla prima fila andando fino a bordo campo per mostrare il dito medio al nostro Mathiang. Un gesto brutto, che proprio non ci si deve aspettare da un primo cittadino”. 

Le scuse non sono arrivate. Anzi, intervistato dalla rete Tele Quattro, Dipiazza ha fornito una ‘bizzarra’ spiegazione provando a sminuire il suo gesto: “Qualcuno mi accusa, ho creato pressione psicologica e abbiamo vinto. Questo è importante. Sabato c’è gara-4 cercheremo di fare di nuovo pressione psicologica. Provocherei di nuovo? Ieri c’era tensione, perché in caso di sconfitta saremmo usciti dai playoff”.

Per il dito medio è stato rivolto al giocatore, fuggito dal Sud Sudan a 5 anni con la madre e i fratelli e accolto prima in Egitto e poi in Australia, si è invece scusata la Pallacanestro Trieste: “Le ho già fatte al giocatore e alla società – ha detto il presidente Gianluca Mauro a Il Piccolo – ma ci tengo a farle anche pubblicamente perché non vogliamo che da questa città parta un messaggio sbagliato. È stato un gesto impulsivo, sicuramente sbagliato, detto questo la chiudiamo qua”.