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Christchurch, Stati e colossi del web firmano appello per maggiori controlli contro terrorismo online. Trump si rifiuta

La Casa Bianca ha motivato la decisione citando il rispetto della libertà di espressione e della libertà di stampa. All'iniziativa, voluta da Francia e Nuova Zelanda, hanno aderito multinazionali come Microsoft, Twitter, Facebook, Google e Amazon che hanno prodotto un piano in nove punti

L’amministrazione Trump non aderirà a quello che è stato ribattezzato l’Appello di Christchurch che ha l’obiettivo di bloccare o limitare la diffusione di contenuti violenti o terroristici sui social media, dopo la strage in due moschee del marzo scorso nella città neozelandese che è costata la vita a 51 persone. La Casa Bianca ha motivato la decisione citando il rispetto della libertà di espressione e della libertà di stampa: “Nonostante gli Stati Uniti non siano attualmente nella condizione di unirsi all’endorsement, continuiamo a sostenere gli obiettivi complessivi contenuti”, hanno comunicato.

All’iniziativa, voluta da Francia e Nuova Zelanda, hanno aderito multinazionali come Microsoft, Twitter, Facebook, Google e Amazon che hanno firmato un piano in nove punti. L’impegno è stato preso a Parigi durante un incontro all’Eliseo tra il presidente francese, Emmanuel Macron, la premier neozelandese, Jacinda Ardern, e altri capi di Stato e di governo insieme ai colossi del settore tecnologico.

La proposta nasce in conseguenza della dinamica con cui si è consumata la carneficina nella cittadina neozelandese, con il terrorista e suprematista bianco, Brenton Tarrant, che diffuse le immagini della strage con una diretta Facebook, aumentando così il rischio di un effetto emulazione tra altri radicalizzati collegati alle piattaforme web frequentate dal neonazista. “L’attacco terroristico a Christchurch è stato una tragedia terribile. E quindi è giusto che ci riuniamo, risoluti nel nostro impegno a garantire che stiamo facendo tutto il possibile per combattere l’odio e l’estremismo che portano alla violenza terroristica“, si legge nella dichiarazione congiunta delle cinque compagnie.

Le aziende hi-tech si impegnano a inasprire i termini d’uso contro il terrorismo, a investire in tecnologie in grado di individuare e bloccare la diffusione di contenuti estremisti, anche in diretta, a fornire report periodici ad hoc sulla trasparenza e a dare agli utenti più strumenti per segnalare contenuti inappropriati. Lo sforzo è anche congiunto nel condividere lo sviluppo tecnologico, creare un protocollo di crisi, educare e sensibilizzare contro l’odio e il bigottismo. “Il terrorismo e l’estremismo violento sono problemi sociali complessi che richiedono una risposta da parte di tutta la società – continuano – Da parte nostra, gli impegni che stiamo assumendo oggi rafforzeranno ulteriormente la partnership che governi, società e industria tecnologica devono avere per affrontare questa minaccia”.

“L’Italia sostiene il ChristchurchCall per eliminare i contenuti terroristici ed estremistici violenti online. Restiamo pienamente impegnati a combattere il terrorismo e l’estremismo violento e ad assicurare che Internet sia libero, aperto e sicuro”, si legge in un tweet della Farnesina.