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Una “scandalosa” Madame Butterfly al Teatro San Carlo: la soprano in scena senza veli sul palco. Poi ci ripensa e fa ritirare le foto “hard”

Alla regia c'è Ferzan Ozpetek. Originale, audace, la sua bellissima mise en scene di Madame Butterfly (con la direzione di Gabriele Ferro) è lontana da tradizione e convenzione

Un bel dì vedremo… due bellissimi seni spuntare dal setoso kimono di Madame Butterfly. Insieme al parterre gremitissimo della Prima al San Carlo sono con il fiato sospeso aspettando l’ultima scena dell’atto primo, quando Madame si lascia scivolare con infinita grazia da geisha l’indumento, un attimo prima di concedersi al tenente Pinkerton. Il linguaggio del corpo è forte quanto la musica di Puccini. La tensione erotica/emotiva è alle stelle. L’ufficiale si abbassa la divisa, due pettorali che farebbero invidia al campione olimpionico Massimiliano Rosolino e un tanga che lascia intravedere due glutei marmorei.

Insomma, proprio un bel vedere in un avvinghiante abbraccio carnale. Lo aveva annunciato il regista cinematografico Ferzan Ozpetek di origine turca, che ai suoi esordi ha fatto l’aiuto regia di Massimo Troisi, che a Napoli amano molto tanto da conferirgli la cittadinanza onoraria, su laudatio di Luisa Ranieri, perché “sa cogliere l’agitazione dell’animo umano nelle tempeste della vita”. E’ alla sua terza regia lirica, dopo L’Aida e la Traviata, sempre sul palco del San Carlo. Originale, audace, la sua bellissima mise en scene di Madame Butterfly ( con la direzione di Gabriele Ferro) è lontana da tradizione e convenzione. Poetico, racconta l’amore che salva e l’amore che uccide, il video dell’artista Luciano Romano. 

La polemica è il sale di ogni Prima. La soprano Evgenia Murareva dichiara ai quattro venti  che non prova nessun imbarazzo a comparire mezza nuda in scena. Lo aveva già fatto nella Salomè di Strauss. I giornali locali pubblicano a tutta pagina la foto dei suo seni, rotondi, perfetti, non sfiorati dalla chirurgia plastica. Un tempo si diceva, taille da entrare in una coppa di champagne. Le foto che nessuno ha trovato scandalose sono già sul web. A questo punto la soprano finisce di fare la liberal e vieta all’ufficio stampa di far circolare le foto hard. Troppo tardi, madame, per fare a zita cuntegnosa’, come si direbbe nel colorito dialetto della città che la ospita. Scorrendo la trama, fa sorridere la battuta di Madame Butterfly: “Ho 15 anni, forse sono già vecchia”. Invece è la giusta età per convolare a nozze con l’ufficiale, assai poco gentiluomo.

Lei, un bocciolo in fiore, che coltiva l’illusione di essere diventata la moglie americana dopo aver rinnegato fede e tradizioni di famiglia. E subisce invece l’atroce abbandono.
Per chi non conosce il finale, Madame Butterfly, si  sgozza con la lama da samurai appartenuta al padre: si muore con onore per non aver potuto serbare vita con onore. Cala il sipario. Applausi a scroscio per Ferzan. Adesso si aspetta al Massimo napoletano il concerto di Andrea Boccelli. E chissà, forse, anche quello schianto di figlio, già in duetto lirico a Sanremo. Una sola voce non basta più.

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