Cronaca

Livorno, Comune sospende “l’accusatore” di Nogarin sull’alluvione: “Non punì casi di peculato”. Il funzionario fa ricorso

L'amministrazione solleva dall'incarico per 3 mesi l'ex capo della Protezione Civile che aveva criticato il sindaco M5s. Il provvedimento poggia sulle motivazioni di una condanna a 4 anni del suo vice che rubava cibo ad alluvionati e benzina alla struttura: "Sue dichiarazioni poco attendibili" (ma non è mai stato indagato). Il primo cittadino: "Solo un atto amministrativo". Il Pd: "Falso, voleva licenziarlo poi ci ha ripensato"

E’ il “grande accusatore” di Filippo Nogarin dopo l’alluvione che aveva messo in ginocchio Livorno provocando 8 vittime. Adesso il Comune guidato ancora per qualche settimana dal sindaco M5s lo ha sospeso per tre mesi. E così l’ex capo della Protezione civile livornese, Leonardo Gonnelli, fino a luglio dovrà rimanere fuori dall’Ufficio Mobilità, dov’era stato trasferito da Nogarin un anno e mezzo fa. Niente lavoro e niente retribuzione. Perché? Secondo l’atto, firmato dalla dirigente del Comune, Paola Pampana, e consegnato il primo aprile a Gonnelli e al suo avvocato, la sospensione è dovuta alle motivazioni della condanna in primo grado a 4 anni di Riccardo Stefanini, ex vice di Gonnelli alla Protezione civile. La funzionaria del Comune accusa proprio Gonnelli di non aver denunciato le malefatte di Stefanini, pur essendone “a conoscenza”. Tuttavia, nel processo contro Stefanini, Gonnelli è stato sentito come persona informata dei fatti ma non è mai stato indagato dalla Procura di Livorno. “Io ho semplicemente preso atto di un provvedimento amministrativo arrivato dall’ufficio del personale – commenta il sindaco uscente Filippo Nogarin, ora candidato alle Europee – E’ una decisione tecnica e io posso solo rispettarla”. Dall’altra parte, l’avvocato di Gonnelli Paolo Bassano annuncia che sarà presentato ricorso al giudice del lavoro dopo aver presentato una memoria difensiva per smontare le accuse nel provvedimento di sospensione: “Vedremo come andrà a finire dopo il ricorso al giudice – dice Bassano – Parleremo solo con gli atti e le impugnazioni”.

I rapporti tra Nogarin e Gonnelli sono freddi da molto tempo: un mese prima dell’alluvione, nell’agosto del 2017, il sindaco rivoluzionato la struttura comunale spostando proprio Gonnelli (dirigente della Protezione Civile per 11 anni) all’Ufficio Mobilità. Dopo la tragedia, audito in commissione d’indagine in Comune, era stato proprio il dirigente ad accusare Nogarin sulla notte dell’alluvione (“In situazioni di emergenza il sindaco deve stare in plancia di comando“) e sulla riforma della macchina amministrativa (“Ad agosto smontata una struttura d’eccellenza“).

Le accuse contro Gonnelli: “Non segnalò peculati”
L’atto di sospensione fa perno sulle motivazioni della sentenza per Stefanini, condannato perché si era appropriato di cibo destinato agli alluvionati e aveva utilizzato l’auto del Comune per scopi personali. Era stato il sindaco a denunciare dopo aver ricevuto le segnalazioni di una funzionaria. E l’accusa nei confronti di Gonnelli viene propria dalla testimonianza davanti ai pm della stessa addetta della Protezione Civile, insieme a quella di altri due funzionari che lavoravano a stretto contatto con lui: tutti e tre hanno riferito ai pm che Gonnelli sarebbe stato a conoscenza di alcuni dei comportamenti “anomali” di Stefanini. Gli episodi, citati dal giudice nella sentenza, sono diversi. Per esempio, “un’anomalia” riferita da un collaboratore di Gonnelli nei rifornimenti di gasolio di un Suv quasi esclusivamente utilizzato da Stefanini (erano passati solo 40 chilometri tra un rifornimento e l’altro): il dipendente – scrive il gip Mario Profeta – “ne aveva quindi parlato con il dr. Gonnelli che si era arrabbiato”. Oppure quando Gonnelli viene a conoscenza, sempre da due impiegati, di una tanica di benzina che Stefanini pagava con la card del Comune per poi portarsela a casa: “La funzionaria – scrive il gip nelle motivazioni della sentenza – aveva esternato le proprie perplessità al dr. Gonnelli che aveva avuto un colloquio a quattr’occhi in giardino con lo Stefanini, osservato dalle finestre dalla teste e da altri colleghi”. A quel punto Gonnelli aveva tolto a Stefanini le carte prepagate del Comune prima di restituirgliele. La circostanza è stata confermata davanti ai pm anche dallo stesso Gonnelli che però aveva creduto alla giustificazione di Stefanini secondo cui quella tanica sarebbe servita per utilizzare dei decespugliatori.

Nella sua testimonianza davanti ai pm, e anche nella memoria difensiva presentata dal suo avvocato, Gonnelli spiega che quella della tanica era stata l’unica volta in cui aveva saputo dei comportamenti di Stefanini. Ma il gip non crede a questa tesi: definisce “altamente riduttive” e “davvero poco attendibili” le dichiarazioni dell’ex capo della Protezione Civile, il giudice scrive: “Gonnelli ha negato di aver appreso di altri comportamenti dello stesso Stefanini, circostanza che contrasta con il narrato degli altri dipendenti – si legge nelle motivazioni della sentenza –. Ha ammesso di avere trattenuto le carte per l’acquisto del carburante ma non ha fornito una spiegazione comprensibile delle ragioni per le quali di lì a poco erano rientrate nella disponibilità dello Stefanini, già coinvolto – durante il servizio prestato nella Protezione Civile – in una condotta dello stesso genere (una condanna per lo stesso reato nel 2009, ndr)”.

Da qui le decisioni del Comune che in sostanza contesta all’ex dirigente di aver fatto poco per arginare i comportamenti di Stefanini e di aver violato il contratto collettivo, come quello sul “buon andamento, imparzialità e trasparenza dell’attività amministrativa”. Secondo la dirigente Paola Pampana, Gonnelli avrebbe compiuto, dall’inizio del 2016 all’estate 2017, “un’omissione” di alcuni doveri dirigenziali “favorendo con ciò la prosecuzione di condotte successivamente dimostratesi poi illecite da parte di un dipendente”. La dirigente del Comune contesta però anche di aver omesso di segnalare “agli organi interni ed all’autorità giudiziaria i fatti di cui era venuto a conoscenza e l’avvio di un procedimento”.

La difesa: “Perché chi accusa non denunciò?”
Dall’altra parte c’è la memoria difensiva di 26 pagine elaborata da Gonnelli con il suo legale. Nel documento si sostiene che nel provvedimento non “sono indicate” le condotte illecite di cui Gonnelli sarebbe venuto a conoscenza e quali sarebbero queste “testimonianze univoche e concordanti” da cui si desume che l’ex dirigente della Protezione civile sapeva. L’avvocato, nella memoria, respinge l’accusa della mancata denuncia ricordando anche che la stessa collaboratrice (l’accusatrice citata dal giudice) non ha denunciato all’autorità giudiziaria il furto di cibo di Stefanini “benché in qualità di Pubblico Ufficiale ne avesse l’obbligo”. Anche su questi punti Bassano sosterrà il ricorso al giudice del lavoro per annullare la sospensione dal lavoro.

Nogarin: “Atto solo amministrativo”. Pd: “Falso, lo voleva licenziare”
Nonostante il sindaco Nogarin dica che il provvedimento sia stato preso dagli uffici comunali e che lui ne ha preso solo atto, non è un segreto che i rapporti tra il primo cittadino e Gonnelli non sono mai stati idilliaci: “E’ stata una sospensione tecnica – continua il sindaco – Detto questo, mi sembra chiaro che prima della mia denuncia in Procura la Protezione Civile di Livorno non fosse guidata da santi e probabilmente senza la mia denuncia sarebbero ancora lì a fare quello che facevano prima”. Le opposizioni in consiglio comunale non credono a questa versione: “Quello che dice Nogarin è falso perché posso dire con certezza che il sindaco avesse chiesto il licenziamento di Gonnelli diverso tempo fa – dice il capogruppo Pd, Pietro Caruso –. Poi non si è arrivati a tanto perché sarebbe stata una decisione incredibile, quasi surreale”. Sulla sospensione di Gonnelli, le opposizioni avevano chiesto di discutere il caso in una commissione consiliare , ma lunedì la maggioranza del Movimento 5 Stelle ha deciso di far saltare il numero legale: “La sospensione ha una natura squisitamente tecnica – hanno scritto in una nota i consiglieri grillini – e quindi non si comprende perché un simile provvedimento disciplinare debba necessitare di un approfondimento da parte di un organo politico”. “Per quale motivo la maggioranza non si è presentata? – conclude Caruso – Cosa avevano da nascondere se non c’era niente di strano?”.

Twitter: @salvini_giacomo