Capitoli

  1. Cosa vuol dire essere trans non medicalizzati. Ed essere costretti a una vita da funamboli
  2. La condizione “non med” e il suo (non) riconoscimento
  3. Sanità e lavoro
  4. Una vita da funamboli
  5. Il riconoscimento legale
Diritti

Cosa vuol dire essere trans non medicalizzati. Ed essere costretti a una vita da funamboli

di Nathan Bonnì, attivista trans non medicalizzato, autore del blog Progetto Genderqueer 2.0

Ciò che accomuna tutte le persone transgender è un’identità di genere differente da quella in genere attesa in relazione al loro sesso biologico. Tuttavia, esistono svariati modi di vivere questa condizione e raggiungere la propria immagine di sé che prevedono o meno il ricorrere alla medicalizzazione del proprio corpo tramite una terapia ormonale sostitutiva e/o interventi chirurgici. Se il percorso transgender canonico, che consente il cambio di nome e genere secondo la legge 164 dell’82, è maggiormente presente nell’immaginario collettivo grazie ai media e all’attivismo, il percorso “non medicalizzato” è ancora poco noto, poco rappresentato e riguarda tante persone che sono costrette ad affrontare la vita quotidiana, dal mondo del lavoro alle questioni sanitarie, prive di un riconoscimento legale della propria identità di genere.