Fatti a motore

Smart prende la Via della Seta? I cinesi di Geely vogliono il 50% del marchio

Le anticipazioni del Financial Times raccontano delle mire piuttosto concrete del gruppo guidato da Li Shufu, che dopo essere diventato il maggior azionista di Daimler ora vuole la metà di Smart. Secondo quanto riportato dalla testata inglese, l'annuncio verrà dato al salone di Shanghai di metà aprile

Uno dei marchi più “giovani” del panorama automobilistico europeo, Smart, potrebbe presto cambiare continente. Almeno in parte. Secondo le anticipazioni del Financial Times, la cinese Geely avrebbe in animo di rilevare il 50% delle quote del marchio dal gruppo Daimler, di cui peraltro è il maggiore azionista avendone acquisito il 9,69% del capitale nel febbraio 2018, con un esborso di 7,3 miliardi di euro. Operazione nondimeno avvenuta rastrellando azioni del colosso tedesco sul mercato, con quella che aveva tutti i connotati di una scalata ostile e che non poco aveva fatto preoccupare il governo tedesco.

Poco più di un anno dopo, dunque, si prefigura un’altra mossa ad effetto da parte del vulcanico numero uno dell’azienda cinese Li Shufu, che dopo aver portato a casa anche Volvo, Lotus e Proton (nonché creato i brand elettrici Polestar e Link&Co.), vuole mettere le mani anche su Smart. Un marchio che non se la passa troppo bene attualmente, dal momento che vende solo 130 mila auto all’anno: percentuale trascurabile rispetto ai due milioni e mezzo di veicoli immatricolati da Mercedes.

L’operazione, che secondo la testata inglese verrà annunciata al prossimo salone dell’auto di Shanghai di metà aprile, sarebbe stata favorita dal cambio al vertice del gruppo tedesco. Lo storico amministratore delegato Dieter Zetsche, acceso sostenitore della “smartina”, a maggio lascerà infatti l’incarico al successore, Ola Kallenius, che avrà il mandato per 5 anni e che non è mai stato convinto delle performance commerciali di Fortwo e Forfour. Gli analisti di Evercore ISI stimano infatti che le perdite di Smart si attestino tra i 500 ed i 700 milioni di euro all’anno, aggiungendo che di utili, da quando il brand fu fondato 21 anni fa, non se ne sono mai visti.

Ma l’affare potrebbe incontrare un ostacolo, grande quanto prevedibile. Il governo tedesco, cui si faceva cenno sopra, è restio a concedere una sempre maggiore influenza delle aziende cinesi sull’industria tedesca, sia dell’auto che di altri comparti merceologici. Mister Li Shufu dovrà dunque fare i conti anche con questo, ma magari la visita in Europa del premier Xi Jinping potrebbe avergli spianato la strada.