Politica

Elezioni in Sardegna, i 5stelle sono a un passo dalla tomba

Era ampiamente previsto, l’avevo scritto qualche settimana fa. In Sardegna il risultato elettorale certifica alcuni dati politici dirimenti. Vince nettamente il centrodestra con il 47,8% e vince non solo grazie alle liste nazionali, ma soprattutto con l’appoggio del Partito Sardo d’Azione (vera sorpresa) e di altre numerose liste civiche. Infatti la Lega, seppur primo partito della coalizione, si ferma all’11,4%. E Forza Italia arriva terza con l’8%, superata dal Partito Sardo D’Azione con il suo 9,9%. Insomma, non è proprio l’effetto Salvini raccontato dai più superficialmente.

C’era una voglia di dare discontinuità al vecchio governo di centrosinistra che nonostante tutto, grazie al candidato presidente Massimo Zedda, ha limitato di molto i danni. E bisogna anche evidenziare che il centrosinistra oltre al Pd e Leu, aveva solo qualche lista civica nata all’ultimo momento. E nonostante tutto il Pd risulta il primo partito con il 13,4%.

Certo, magre consolazioni. Tanti gli errori commessi a livello regionale dal centrosinistra. Solite guerre interne, scelte politiche sbagliate e non condivise dalla popolazione, il classico masochismo di chi governa e non vuole ascoltare i malumori. Prima fra tutte la riforma sanitaria.

L’altro dato importante da evidenziare è il tonfo catastrofico del Movimento 5stelle. Lo scorso anno i grillini avevano fatto un risultato di rilievo arrivando al 42,5% con circa 370mila voti. Ieri si sono fermati al 9,7% di lista con un totale di 85mila voti. Un tracollo vertiginoso. E il dato era nell’aria, visto anche l’atteggiamento arrendevole dei vertici dei 5stelle in Sardegna, poca partecipazione e poca vera campagna elettorale.

Questo il quadro generale. Un centrodestra che unito riesce a ottenere nettamente maggioranze di governo. Un centrosinistra che ha bisogno di ripartire dai propri errori e di allargarsi alla società civile. E tutto dipenderà anche dal congresso del 3 marzo prossimo, dove si eleggerà il nuovo segretario nazionale del Pd. A livello nazionale il dato più preoccupante è quello del Movimento 5stelle. Salvini continua a cannibalizzare e usare i grillini senza che Luigi Di Maio si preoccupi. Mai e poi mai Di Maio rischierà di perdere la poltrona, ben sapendo che nella vita non gli capiterà più di fare il vicepremier e ministro del Lavoro.

La pietra tombale per il Movimento saranno le Elezioni europee, perché una cosa ormai è abbastanza chiara: l’elettorato dei 5stelle è sempre stato formato da elettori molti volubili e ben poco radicati. E questi elettori sono diventati con tranquillità leghisti. Non ci vuole un grande stratega per capirlo. Ad oggi, chi e perché dovrebbe votare 5stelle? La pancia ora vota Salvini, la protesta vota Salvini. I vecchi elettori di sinistra pian piano si stanno accorgendo che di certo il Movimento 5stelle non porta avanti ideologie o valori cari a un certo elettorato. Insomma, potrà piacere o no, ma questo è il quadro politico attuale.

Finite le Europee, Salvini staccherà la spina al governo e si presenterà con il centrodestra come candidato premier. Cronache di un suicidio politico annunciato da tempo. Per il futuro della Sardegna si vedrà. Di certo tutto potevano pensare, i nostri avi, tranne che essere governati da un presidente indicato dalla Lega.