È stata la moglie di un mito, l’Avvocato Gianni Agnelli diventata lei stessa un mito, discretamente vissuta alla sua ombra e al tempo stesso capace di coltivare passioni, dal giardinaggio alla fotografia, fino al mecenatismo, creando la Pinacoteca del Lingotto. Marella - morta questa mattina - e Gianni, con due figli, otto nipoti e sei bisnipoti, hanno legato i loro nomi alla storia, hanno dato vita ad una nuova dinastia, quella dei "Reali" dell’Italia repubblicana
La gioventù di Marella è stata segnata dagli studi in Svizzera, dalla frequentazione dell’Académie des Beaux-Arts e dell’Académie Julian di Parigi, che la indirizzarono verso il mondo della fotografia, lavorando a New York come assistente di Erwin Blumenfeld, e in seguito, rientrata in Italia, come redattrice e fotografa di moda per la casa editrice Condé Nast che pubblicava “Vogue”. Solo successivamente divenne designer di alta moda. Dal 1973 si dedicò alla realizzazione di disegni per stoffe d’arredamento, conquistando negli Stati Uniti il prestigioso premio “Product Design Award of the Resources Council Inc.” (1977).
La sua proverbiale eleganza nel vestire le fece conquistare un posto nell’ambita ‘Hall Of Fame’ delle rivista “Vanity Fair”, dove sono comparsi anche il marito Gianni Agnelli e il nipote Lapo Elkann. Un’icona di stile ritratta anche dal re della Pop Art Andy Warhol che nel 1973 la inserì insieme con il marito in una delle sue famose serie di serigrafie colorate, dove erano già comparsi, tra gli altri, Mao, Marilyn Monroe e Liz Taylor. E immortalata nei celeberrimi scatti glamour del fotografo Richard Avedon.