Cronaca

Metropolitana Roma, due guasti in poche ore alle fermate Policlinico e Barberini. Nessun ferito, ma sicurezza nel mirino

I due incidenti, confermati ma minimizzati da Atac, a distanza di poco tempo su due diverse linee. Panico tra gli utenti, due donne leggermente contuse e polemica

Due episodi – distinti e separati – in poche ore. E le scale mobili della metropolitana di Roma di nuovo sulle pagine di cronaca alla voce disservizi. Il primo caso alla fermata Policlinico e l’altro a quella di Piazza BarberiniE la memoria torna al terribile incidente nella stazione di Repubblica che il 25 ottobre 2018 ha causato il ferimento di oltre 20 persone, quasi tutti cittadini russi in trasferta per la partita di Champions League Roma-Cska Mosca.

IL GUASTO A BARBERINI – Confermato da Atac, seppur minimizzato, il guasto avvenuto intorno alle 10.20 a Barberini. Nonostante le elevatrici sulla linea A siano in manutenzione da settimane – con la periodica chiusura delle stazioni centrali – uno dei gradini della scala in salita è uscito dalla sua sede, determinando il blocco improvviso del meccanismo mentre a bordo c’erano, secondo i testimoni, circa 70 persone. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito. “Un miracolo”, azzardano alcuni addetti, visto che la scala mobile di Barberini ha probabilmente la percentuale di pendenza e la lunghezza più ampia di tutta la metro arancione. Alcuni passeggeri sono caduti a terra, ma proprio il fatto che la scala mobile fosse in salita non ha determinato danni peggiori. Soprattutto, rispetto a Repubblica, il nastro non si è sganciato. “È stato un semplice guasto, niente di preoccupante”, spiegano fonti autorevoli in Atac, rimarcando che “in questo periodo a Barberini sono funzionanti 4 nastri su 6, dunque le scale mobili sono messe sotto stress”. Le immagini recuperate in esclusiva da ilfattoquotidiano.it mostrano il gradino uscito dalla sede nel momento in cui sarebbe dovuto rientrare nel nastro.

IL BLOCCO A POLICLINICO – Diverso, a quanto si apprende, l’episodio avvenuto a Policlinico, fermata che serve l’ospedale Umberto I e l’università Sapienza. Intorno alle 8.40 uno dei passeggeri si sarebbe fatto prendere dal panico per motivi ancora da capire e sarebbe saltato, urlando, dall’altro lato. Non si sa se prima o dopo questo episodio, qualcuno avrebbe premuto il tasto di emergenza che ha bloccato la scala, determinando la caduta di alcuni utenti e il (lieve) ferimento di due donne. La notizia è stata riportata da un giornalista di RomaToday, Lorenzo Nicolini, testimone oculare dell’episodio. “Prima l’impianto di circolazione si è bloccato, poi ha invertito la marcia e nuovamente si è bloccato. Quindi le urla”, ha scritto il cronista nel raccontare l’episodio. Non è chiaro, dunque, se il “singhiozzo” nel funzionamento avvertito dai presenti sia avvenuto contestualmente allo stop della scala. Atac, tre ore dopo, ha smentito fermamente l’ipotesi del guasto. “I tecnici intervenuti sul posto dopo la segnalazione non hanno rilevato alcun malfunzionamento. Non si esclude che l’impianto possa essersi arrestato in seguito all’azionamento del pulsante di emergenza per ragioni ancora da accertare”.

DOV’È FINITA REPUBBLICA? – Una mattinata sfortunata per Atac, insomma, proprio mentre la sindaca Virginia Raggi e il dg Paolo Simioni stavano presentando i primi 38 autobus delle 108 vetture prese a noleggio. I mezzi della “linea bianca” hanno già 8 anni di servizio sulle strade di Tel Aviv e da qui alla prossima primavera andranno a sopperire la cronica carenza della flotta di superficie a Roma. E la stazione della Metro A di Repubblica? La stazione è stata dissequestrata dalla Procura di Roma il 27 novembre scorso, alla condizione che Atac provvedesse a mettere in sicurezza il sito per evitare che venisse “inquinato” da soggetti esterni. Ma la fermata è ancora chiusa e la società capitolina dei trasporti non ha ancora nemmeno ipotizzato una data per la riapertura. Il procedimento penale vede tre dipendenti indagati. “Intervenga il governo con dei fondi seri per salvare le aziende del trasporto pubblico italiano, come ha fatto con le banche che sono private usando la scusa di salvare migliaia di correntisti”, attacca il segretario regionale della Faisa Si Cel, Claudio De Francesco.