Televisione

La paranza della Bellezza, su Rai 2 il reportage sul fenomeno baby gang nel Rione Sanità di Napoli

Ci sono le voci e le storie dell’ex carcerato che trova un nuovo percorso di vita lavorando negli scavi delle catacombe di San Gennaro; del ragazzino di origine asiatica che impara a suonare l’ottavino; oppure il rammarico sempiterno di Myriam, guida turistica tra i teschi delle Fontanelle

“Non si è mai detta la Sanità per una cosa bella sui giornali”. La frase che pronuncia un ragazzino del Rione Sanità di Napoli, mentre prova il suo strumento musicale, è bella così. Ruspante, gioiosa, autentica. La paranza della bellezza, il reportage di Luca Rosini, in onda su Rai 2 mercoledì 20 febbraio alle 23.25, è un documentario sul fenomeno baby gang nel tristemente celebre quartiere partenopeo, che sa tanto di speranza e in alcuni momenti anche di buon cinema. Circumnavigazione accesa, continua, curiosa su un lembo di terra tumultuoso, ne La paranza della bellezza al posto delle abitudini criminali come percorso “normale” di crescita e affermazione sociale vengono proposti gli atti resistenziali di cooperative sociali, laboratori teatrali, associazioni musicali che possono fornire agli adolescenti del luogo dei “modelli positivi”, degli “obiettivi”, o anche solo “farli sognare”.

Certo, mentre nelle sale cinematografiche passa La paranza dei bambini, ribaltamento visivo “normalizzante” alla cruda prosa del romanzo di Saviano, il lavoro di Rosini sembra come scavare sotterraneamente alle narrazioni ufficiali, anche quelle da festival, con una miscela disinvolta di sguardo attento al presente e di classica intensa “napoletanità” (il corso di teatro è spontaneità pura che non potrebbe esistere in altro posto; come i babà del pasticciere Poppella – “non saprei dove altro andare”). La cronaca schizza così come sottotesto con tracce ricorrenti di omicidi, accoltellamenti, episodi sanguinosi compiuti da ragazzini, mentre il testo riassume un desiderio organico e veritiero di salvezza.

Ci sono le voci e le storie dell’ex carcerato che trova un nuovo percorso di vita lavorando negli scavi delle catacombe di San Gennaro; del ragazzino di origine asiatica che impara a suonare l’ottavino; oppure il rammarico sempiterno di Myriam, guida turistica tra i teschi delle Fontanelle e gli splendidi scaloni del Palazzo dello Spagnuolo. Ne La Paranza della bellezza, il rione Sanità sembra respirare con un altro cuore, con altri polmoni, e con un altro cervello rispetto a quello delle gang che sparano, spacciano, ammazzano, ricattando il futuro di una città. C’è profumo di aria pulita. Ed è bello sapere che c’è. Non perdetelo.