Politica

Diciotti, Di Maio: “Il Pd? Era per l’immunità parlamentare. Nessun imbarazzo a votare con Forza Italia”

Nel giorno in cui la giunta per le Immunità di Palazzo Madama propone all'aula di respingere la richiesta di autorizzazione a procedere per il ministro dell'Interno, il capo politico del M5s ha rilasciato un'intervista a Di Martedì: "Se fosse stato corruzione o un politico beccato con le mani nella marmellata nemmeno lo mettevo in votazione. Si è votato sulla base di una legge che è la Costituzione, e non l’ha fatta. Le manette di Giarrusso ai dem? Gli è sfuggita la mano". Nel frattempo Grillo era sul palco del teatro Brancaccio: "Ora fare diventare Lega intelligente"

La decisione della giunta che ha salvato Matteo Salvini dal processo? “Non si tratta di salvare un ministro ma di una decisione politica”. Il voto insieme a Forza Italia?  “Non proviamo nessun imbarazzo perché s’è votato sulla base di una legge che è la Costituzione, e non l’ha fatta Forza Italia“. Le contestazioni del Pd: “Magari quelli che urlavano oggi onestà, onestà, sono gli stessi che in passato hanno votato a favore dell’immunità parlamentare“. Nel giorno in cui la giunta per le Immunità di Palazzo Madama propone all’aula di respingere la richiesta di autorizzazione a procedere per il ministro dell’Interno, Luigi Di Maio sceglie la poltrona di Di Martedì per commentare gli avvenimenti delle ultime ore.

Nello stesso momento Beppe Grillo sta intrattendendo gli spettatori del suo spettacolo, al teatro Brancaccio, con una serie di battute legate alle ultime questioni politiche. “Basta con ‘sti cazzo di scontrini, ora c’è da fare la politica vera. Ora c’è una mission impossible: dobbiamo far ragionare e far diventare leggermente intelligenti quelli della Lega, che vivono in un altro mondo”, una delle tante battute del fondatore del M5s. Lo spettacolo di Grillo è stato accolto anche da qualche contestatore, contrariato dalla decisione del M5s di votare contro il processo per Salvini.

Grillo nei giorni scorsi è stato autore di un tweet sarcastico sulla formulazione del quesito nei confronti degli iscritti dei 5 stelle. “Io sento Grillo al telefono ci siamo sentiti oggi pomeriggio. Io non credo che i giornali lo sentano. Nei prossimi giorni andiamo a pranzo insieme. Io sono vivo e vegeto e il Movimento è ancora più vivo di me. Mi state tirando per i piedi, come si dice a Napoli: si spera sempre che il Movimento possa morire per tornare a quelli di prima”, ha detto Di Maio in televisione.

L’intervento del vicepremier su La7 è andato in onda praticamente in contemporanea allo spettacolo di Grillo. E spesso i temi toccati sono stati simili. Primo tra tutti il voto degli iscritti M5s che hanno deciso di opporsi alla richiesta di processo per Salvini. “Ha vinto la democrazia diretta, la partecipazione: quando ho visto i risultati del voto su Rousseau mi sono reso conto che ho fatto bene a porre quella richiesta. Il risultato unisce tutti. Altri partiti avrebbero deciso con accordi sottobanco: tu mi dai questo, io ti dò quest’altro. Magari non conveniva al movimento prendere la scelta che hanno preso i nostri iscritti ma tant’è: quella è la posizione che io difendo da capo politico del movimento. Ma io non voglio fare le cose che mi convengono ma le cose giuste“, ha detto il capo politico del M5s a Giovanni Floris. L’indicazione di voto della base pentastellata ha portato i senatori del M5s a votare a favore della proposta di Maurizio Gasparri in giunta, insieme agli esponenti della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia.

“Non proviamo nessun imbarazzo a votare con Forza Italia, perché s’è votato sulla base di una legge che è la Costituzione, e non l’ha fatta Forza Italia. Non si tratta di salvare un Ministro ma di una decisione politica che riguarda la linea politica sull’immigrazione. Il caso è chiuso”, ha detto il vicepremier, che ha più volte rivendicato come azione corale la decisione di Salvini sulla Diciotti: “Oggi – ha aggiunto – s’è votato su un’azione di governo di cui mi sono assunto tutte le responsabilità, io Conte, Toninelli: se fosse stato corruzione o un politico beccato con le mani nella marmellata nemmeno lo mettevo in votazione”.

Nonostante tutto, però, la decisione dei votare contro l’autorizzazione a procedere per Salvini ha attirato numerose critiche nei confronti del M5s: soprattuto da parte del Pd che ha contestato i 5 stelle all’uscita dalla giunta. “Magari quelli che urlavano oggi onestà, onestà, sono gli stessi che in passato hanno votato a favore dell’immunità parlamentare”, dice Di Maio. Simile la battuta di Grillo: “È un momento strano, chi sono, come mi sono trasformato… Per la strada mi gridano di tutto. Sono un comico governativo. Ho acceso la tv e ho sentito ‘onestà onestà’. Ho detto ‘smettetela’. Era il Pd”.

Anche Di Maio, come già il guardasigilli Alfonso Bonafede, critica il senatore Mario Giarrusso, che ha reagito alle offese dei dem facendo il gesto delle manette in relazione alla vicenda giudiziaria che ha colpito i genitori di Matteo Renzi. “A Giarrusso credo che gli sia scappata un pò di mano la situazione per la pressione: lì c’erano i senatori del Pd che protestavano, che urlavano contro Giarrusso”. E a proposito dell’inchiesta a carico dei genitori dell’ex segretario del Pd, ha aggiunto: “Io penso che sulla questione dei genitori di Renzi non si debba per forza commentare: ai tempi di Maria Elena Boschi ho sempre attaccato lei come ministro, ma non il padre. Non bisogna strumentalizzare, non bisogna utilizzare gli arresti domiciliari dei genitori di Renzi per andare contro di lui. Anche perché non ce n’è bisogno”. Poi però indirizza una battuta all’ex premier: “Renzi sta dicendo che i magistrati hanno messo fuori questa notizia dei domiciliari ai genitori per favorire i Cinque Stelle? Questo è quello che possiamo contestare a Renzi, che parla peggio di Berlusconi. Renzi sbaglia nel parlare di giustizia a orologeria, bisogna rispettare i magistrati”. Sul palco del teatro Brancaccio, da parte sua, Grillo ha ironizzato sulle vicende dei genitori di Renzi, Di Maio e Di Battista: “I genitori ora ti lasciano o carriole lasciate in nero, o busti di Mussolini, o cooperative fallite…ma che società è?”.

Di Maio, in tv, ha anche parlato del futuro del Movimento 5 stelle: “Penso che adesso il Movimento si debba dare un’organizzazione sia nazionale che locale. Diventare non un partito, perché nel tempo sono diventati comitati di affari, ma una forza politica in grado di essere presente sul territorio. Siamo sempre andati male alle amministrative”. Più tranciante l’ironia del fondatore: “Non ci sono più i grillini”.