Scuola

Scuola, salta blocco quinquennale docenti: il governo deve ritirare l’emendamento. Resta quello triennale inviso alla Lega

Tra le misure del dl semplificazione saltate perché eterogenee c'è anche quella dei cinque anni di permanenza di maestri e prof caro alla Lega. Restano due vincoli differenti: 5 anni per i neoassunti alla secondaria e per il sostegno, tre per tutti gli altri. La questione potrebbe ripresentarsi con un dl ad hoc sulla scuola, ma i tempi si allungano

Niente blocco di 5 anni nella stessa scuola, si torna al vecchio vincolo triennale: la norma che avrebbe dovuto allungarlo è stata ritirata. Il governo è stato costretto a fare retromarcia ritirandolo: il decreto semplificazioni era troppo eterogeneo e così fra le decine di emendamenti cancellati per recepire le indicazioni del Quirinale è finito anche quello sui docenti.

Il governo aveva provato ad allungare il vincolo di permanenza di maestri e professori negli istituti, portandolo per tutti da tre a cinque anni. È uno dei cavalli di battaglia della Lega, che da sempre chiede tempi più lunghi in nome della continuità didattica (e della stabilità delle Regioni settentrionali, in particolare Veneto e Lombardia, che sono quelle che ci rimettono di più dalla mobilità continua che come direzione ha sempre il ritorno verso Sud). Per questo l’emendamento al Dl Semplificazione in discussione al Senato proponeva che il vincolo quinquennale appena stabilito per i neoassunti dall’ultima legge di bilancio fosse esteso “al personale docente ed educativo di ogni ordine e grado di istruzione, qualunque sia la procedura utilizzata per il reclutamento”.

Il problema è che la norma è stata ritenuta poco congrua al provvedimento di riferimento. La “semplificazione” era appunto quella di uniformare il periodo di permanenza per tutti i docenti, ma pur sempre di una norma ordinamentale scolastica si trattava. In un altro momento forse non ci sarebbero stati ostacoli, ma il dl semplificazioni conteneva troppe misure eterogenee e rischiava di diventare quasi un decreto omnibus: così dopo il richiamo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il governo è stato costretto a sfrondare il testo da tutti gli emendamenti un po’ borderline, considerati non irrinunciabili . E fra i 62 punti tagliati è finito anche quello sui docenti (che per altro non avrebbe “semplificato” del tutto la situazione, visto che l’ultimo accordo sulla mobilità triennale firmato a dicembre sarebbe comunque stato valido).

Cosa succede ora? Non cambia nulla, restano due vincoli differenti: 5 anni per i neoassunti alla secondaria e per il sostegno, 3 anni per tutti gli altri (compresi gli insegnanti che chiedono il trasferimento). Resta però anche l’intenzione di intervenire a riguardo, soprattutto da parte della Lega che non rinuncia all’idea di bloccare più a lungo negli istituti i docenti per tutelare le scuole settentrionali. La norma potrebbe essere riproposta in un altro provvedimento più coerente: si parla di un disegno di legge ad hoc sulla scuola (ad esempio una soluzione potrebbe essere il ddl Granato, che riguarda proprio l’assegnazione dei docenti alle scuole, attualmente in commissione al Senato). Se ne riparlerà di sicuro, i tempi però si allungano.

Twitter: @lVendemiale