Politica

Quota 100, Giorgetti: “Non credo che esca un pensionato ed entri un lavoratore. Manovra, Tria bravo a frenare all’ultimo”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha parlato in conferenza stampa alla sede della stampa estera. Sulla tav: "Io tifo affinché l’opera vada avanti, ma terremo conto dell'analisi costi-benefici"

La manovra è in dirittura d’arrivo, almeno nelle intenzioni del governo. Il reddito di cittadinanza e la quota 100 per la riforma delle pensioni arriveranno per decreto all’inizio del 2019 e tra le due anime del governo continua la dialettica sui principali temi in gioco. “Non sono tra quelli che sostengono che esce un pensionato ed entra un lavoratore nuovo”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giancarlo Giorgetti, parlando in conferenza stampa alla sede della stampa estera, riferendosi alla quota 100. Una posizione diversa da quella espressa solo il 10 ottobre da Luigi Di Maio: “Con la riforma ci sarà più di un’assunzione per ogni pensionato”, aveva detto quel giorno il vicepremier dopo la cabina di regia con le partecipate di Stato.

Quello che negli ambienti politici viene definito “il Richelieu di Palazzo Chigi” è tornato anche sull’argomento del Tav. Soltanto mercoledì il ministro del Trasporti Danilo Toninelli aveva definito la linea dell’Alta Velocità tra Torino e Lione “un enorme spreco di denaro pubblico. A 24 ore di distanza Giorgetti specifica la posizione del Carroccio: noi come Lega “rappresentiamo l’anima che vuole fare queste grandi opere – ha spiegato il sottosegretario – Nel contratto di governo avevamo raggiunto un accordo affinché fossero monitorate tramite un’analisi costi-benefici. Io tifo affinché l’opera vada avanti, ma prenderemo atto dei risultati di questo tipo di analisi”.

Con l’accordo sulla manovra che ha scongiurato anche l’apertura della procedura di infrazione da parte dell’Ue, Giorgetti trova anche il modo di tessere le lodi del ministro dell’Economia Giovanni Tria, che per mesi ha lavorato tra l’incudine del M5s e il martello della Lega: “Tria frenava continuamente, gli altri acceleravano. Faceva bene a frenare, perché in Formula 1 un bolide che va a 240 all’ora in curva va a sbattere”, ha risposto il numero due di Palazzo Chigi a chi gli chiedeva del ruolo del titolare del Mef nella trattativa con Bruxelles. “Quello bravo è quello che frena all’ultimo“, ha concluso.