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Manovra, Conte: “Lo stop di Moscovici? No comment”. Per quota 100 e reddito verso due decreti tra Natale e Capodanno

Ancora sotto esame la legge di Bilancio italiana. Il premier a Bruxelles per il Consiglio Ue incontra a margine i vari leader e cerca una mediazione anche dopo le perplessità del commissario agli Affari economici francese. Con lui anche Tria. Intanto da Palazzo Chigi fanno sapere che le riforme rimarranno intatte e che il fondo sarà rivisto con un emendamento al Senato. Nel dettaglio delle misure si entrerà con due provvedimenti ad hoc in consiglio dei ministri dopo il 25 dicembre

Secondo giorno di trattative a Bruxelles per il premier Giuseppe Conte che, dopo l’incontro con Jean-Claude Juncker, ha incontrato a margine del Consiglio Ue i vari leader e ribadito l’intenzione dell’Italia di far scendere il rapporto deficit/pil previsto dalla legge di Bilancio dal 2,4 per cento al 2,04. Una proposta accolta ieri in maniera positiva dal presidente della Commissione Ue e su cui oggi ha invece espresso dubbi il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici che ha chiesto “altri passi in avanti”. Intanto i vicepremier hanno accolto con grande preoccupazione la mediazione di Conte: ieri sera c’è stato un vertice serale durante il quale sono emerse tutte le tensioni e le perplessità sul futuro dell’esecutivo. La cosa più importante per Luigi Di Maio e Matteo Salvini è riuscire a mantenere inalterate le promesse sulle riforme cardine della legge di Bilancio. Fonti di governo hanno fatto sapere che il piano è quello di fare due decreti per quota 100 e reddito di cittadinanza in un Cdm ad hoc tra Natale e Capodanno. Il fondo per le misure sarà modificato invece con un emendamento al Senato per garantire i tagli necessari. Prima però di arrivare ai decreti che entreranno nel dettaglio delle misure, il governo deve riuscire a portare a casa l’accordo con l’Ue. Fonti di Palazzo Chigi, interpellate da ilfattoquotidiano.it, hanno garantito che “il sostegno a Conte è massimo”, anche se ora l’importante è “non scendere sotto il 2,04”. In questo senso le perplessità espresse da Moscovici in mattinata non piacciono: l’esecutivo ritiene di aver già accettato un compromesso difficile e più di così è difficile concepire di andare”. A fianco di Conte a Bruxelles oggi anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria che ha visto privatamente sia Moscovici che Dombrovskis: “Avrò altri incontri finché non arriviamo ad un accordo”.

Conte non replica a Moscovici, i vicepremier fanno nota congiunta: “Manterremo le promesse”- La situazione rimane molto delicata e anche per questo, dopo le parole del commissario agli Affari economici, Conte ha deciso di non replicare a mezzo stampa. Anzi ha solo fatto sapere di “avere grande fiducia e orgoglio” per la proposta fatta a Bruxelles. Silenzio anche dai vicepremier che, in mattinata, si sono limitati a diffondere una nota congiunta per ribadire che non si toccheranno le riforme fondamentali: “Continuiamo a sostenere con convinzione la nostra proposta”, si legge. “Piena fiducia nel lavoro di Conte. Siamo persone di buon senso e soprattutto teniamo fede a ciò che avevamo promesso ai cittadini, mantenendo reddito di cittadinanza e quota 100 invariati. Manterremo tutti gli impegni presi, dal lavoro alla sicurezza, dalla salute alle pensioni senza penalizzazioni, dai risarcimenti ai truffati delle banche al sostegno alle imprese”. Assicurazioni che sono fondamentali, soprattutto dopo le tensioni delle scorse ore.

M5s blinda il reddito di cittadinanza: “Aggiustamento del 10%, ma si farà” – Nel merito, fonti M5s hanno confermato che sul reddito di cittadinanza il governo procederà con decreto ad hoc. E le risorse sarebbero garantite nonostante i tagli previsti: “Quando abbiamo stanziato inizialmente le risorse ci siamo tenuti molto larghi con i 9 miliardi”. Il ragionamento è che, “se sono 100 ad avere diritto al reddito di cittadinanza, non significa che siano poi effettivamente tutti e 100 a farne concretamente domanda”. Per questo motivo nella valutazione tecnica il governo ha inserito “un aggiustamento del 10% che, per effetto di un fattore statistico, riduce platea e – conseguentemente – impatto economico della misura”. “Con il Rei, ad esempio, la percentuale di chi ha fatto realmente richiesta era molto più bassa di chi ne aveva diritto”, hanno spiegato. “Questi giorni per l’Italia sono molto importanti”, ha scritto poi su Facebook in serata Luigi Di Maio. “Stiamo portando a casa una manovra che punta sullo sviluppo e, allo stesso tempo, tampona l’emergenza sociale. Per fare queste cose non abbiamo aspettato che le piazze si riempissero di milioni di persone come è successo in Francia, ma abbiamo agito immediatamente. E di questo sono orgoglioso. La trattativa va avanti, cambiano i decimali, ma non cambia la sostanza”. Le misure fondamentali della manovra restano tutte, ha quindi assicurato il vicepremier: “Blocco dell’aumento Iva che avrebbe frenato i consumi e che da sola ci costa 12 miliardi, l’aumento delle pensioni minime e di invalidità, lo smantellamento della Riforma Fornero con quota 100, ovviamente il Reddito di Cittadinanza mantenendo invariata la platea e la somma erogata che resta 780 euro”.

La cena tra Conte e i vicepremier dopo l’incontro con Juncker – Stando alle cronache della cena nel centro di Roma terminata a mezzanotte di martedì, Matteo Salvini e Luigi Di Maio erano andati a piedi, alla spicciolata, senza parlare ai giornalisti; un silenzio inusuale, seppur concordato, che poteva far pensare a un minimo di tensione. La dichiarazione di Moscovici rimane il segno che la trattativa è ancora tutt’altro che chiusa. “Vediamo”, ha risposto martedì notte il premier Conte a chi chiedeva quando sarebbe arrivata l’intesa con Bruxelles. La cena “è andata bene”, ha assicurato il premier. Clima tranquillo? “Sì certo”, ha risposto. Ma su come proseguirà il lavoro per cambiare la legge di bilancio e provare a evitare la procedura d’infrazione, non ha aggiunto molto di più. E ora sarà corsa contro il tempo per portare le modifiche in Parlamento e approvare la legge di bilancio prima di Natale: “Confidiamo di riuscire, così facciamo delle feste più contenti…”, ha dichiarato il premier. Anche la partita interna, al di là delle dichiarazioni, è ancora lunga: mentre la Lega sa che “quota 100” può essere tagliata senza intaccare gli obiettivi prefissati e resta relativamente tranquilla, scrive il Corriere della Sera, Di Maio teme per un reddito di cittadinanza che non vuole presentare agli elettori dimezzato rispetto alle promesse iniziali.